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Un nuovo importante progetto di mostra segna la marcia di avvicinamento del Castello di Rivoli al traguardo dei suoi primi trent’anni di attività. Ancora una volta una rassegna internazionale che vede, come è tradizione del Museo, qualcosa oltre la semplice collaborazione con un artista prestigioso quanto, piuttosto, una vera e propria sfida, un confronto da parte dell’artista stesso con un luogo carico di storia, da mettere in relazione con le proprie storie e narrazioni, col vissuto personale divenuto oggetto d’arte e di ricerca. È il caso della grande mostra che il Castello dedica alla celebre artista francese Sophie Calle, protagonista indiscussa della scena artistica mondiale, la quale propone un progetto interamente site-specific per le sale auliche al secondo piano della Residenza Sabauda.

Il concept di mostra si articola sullo sviluppo di due importanti progetti che l’artista ha posto in essere da diversi anni: Rachel, Monique e Voir la mer. Il confronto tra questi importanti progetti propone due percorsi insieme distinti e uniti, includendo opere incentrate sui temi dell’affetto e dell’emozione, sulla morte, sull’analogia madre|mare alla base del titolo della mostra: un mare che accoglie e accomuna, copre e investe un’immensità di sentimenti ed emozioni contrastanti.

L’artista lavora da sempre intorno a temi quali il distacco da una persona cara, la rottura amorosa, la vita intima in generale riuscendo a rendere in modo efficace oltre alle emozioni anche il lato filosofico, la riflessione che queste suscitano, accompagnando l’elaborazione culturale del vissuto personale attraverso un’organizzazione così precisa da risultare quasi ossessiva fatta di oggetti, video e testi: sorta di mise-en-place e di organizzazione teatrale senza spettacolarizzazione scenica. Un processo di appropriazione per immagini dove anche il visitatore, quando ritenga di essersi perduto, può ritrovare un percorso e alla fine farlo proprio come in un romanzo a ruolo.

Sin dalla fine degli anni Settanta Calle lavora con metodi provocatori e assai controversi, mettendo in stretta relazione le proprie emozioni con le fasi e gli accadimenti della sua vita personale. La mostra al Castello di Rivoli rivela il lato di “accumulatrice d’immagini” dell’artista insieme alla sua capacità di rendere le stesse del tutto essenziali, al limite del minimale; diremmo emozioni allo stato puro.

L’aspetto emozionale dell’opera dell’artista non ne oscura tuttavia il tratto analitico; gli interrogativi su cosa significhi non vedere, cosa sia il non vedere. In altri termini una riflessione filosofica sul cos’è che non vediamo, sul ruolo giocato dai legami e dai ricordi, sul paradosso della natura che accoglie, che crea e distrugge, sulla cecità che crea incoscienza e sulle assenze di visione determinate dagli aspetti definitivi di un distacco. Vi è un aspetto epico nell’opera di Sophie Calle che si identifica bene nell’affrontare il tema della tragedia quotidiana rendendo condiviso il proprio dolore personale, con effetto insieme liberatorio e mnemonico.

Sophie Calle. MAdRE

a cura di Beatrice Merz

11 ottobre 2014 – 15 febbraio 2015