La mostra “Giardino & Paesaggio, Pietro Porcinai” (Castello di Miradolo-San Secondo di Pinerolo) dedicata algrande paesaggista ci permette di conoscere meglio la figura dell’architetto del paesaggio, spesso sottovalutata e confusa con altre.
Partiamo subito dalla definizione ufficiale data dall’EFLA (Fondazione europea per l'architettura del paesaggio), che identifica il “paesaggista in colui che pianifica e progetta paesaggi urbani e rurali nello spazio e nel tempo, sulla base delle caratteristiche naturali e dei valori storici e culturali del territorio. A questo fine fa riferimento a metodi e principi estetici, funzionali, scientifici e gestionali, con un appropriato uso di tecniche e materiali sia naturali che prodotti dall'uomo”.
L’architetto del paesaggio è il professionista uscito da un corso quinquennale in Architettura del Paesaggio (anche se, riceve il titolo e timbro di Paesaggista, senza la dicitura architetto a precederlo).
È necessario però distinguere l’architetto del paesaggio, che ha seguito il corso di studi interno alla Facoltà di Architettura, da un paesaggista uscito da un corso di Agraria od un corso in Scienze Forestali, professionista con ampie conoscenze di paesaggio, ma meno votato alla progettazione, specialmente in ambiente urbano.
Come ben spiega Biagio Guccione, docente di architettura del Paesaggio all’Università degli Studi di Firenze, la paesaggistica come disciplina risponde ai bisogni della gente, della società di oggi così come essa è strutturata, dando risposte a esigenze sempre più diversificate. Dalla trasformazione di un parcheggio ad area alberata, al campo agricolo ornamentale, dai vigneti di qualità secondo la tradizione all’agricoltura urbana negli spazi di risulta, dalla campagna come giardino all’identità del paesaggio.
Nella sua essenza pratica l’architetto del paesaggio è una figura di mediazione tra tutte le figure professionali che si occupano della trasformazione del territorio, una sorta di regista che sa vedere il quadro completo.
Fondamentale, per capire il ruolo dell’architetto del paesaggio, è la capacità di visione non solo interna al progetto ma anche dei rapporti di questo con l’ambiente in cui si inserisce. Una capacità, quella del saper vedere fuori dal progetto, a volte assente anche negli architetti più famosi, che si occupano spesso dell’involucro scultoreo dei loro edifici come se fosse astratto da qualsiasi contesto.
Nell’ultimo Congresso dell’IFLA (International Federation of Landscape Architects), svoltosi a Torino nell’aprile 2016, è stato evidenziato il nuovo approccio al paesaggio che a causa delle veloci e repentine trasformazioni a cui è sottoposto implica problemi sociali oltre che ecologici. Per questo le nuove dinamiche urbane impongono la sostenibilità non come slogan ma come necessità urgente per la sopravvivenza stessa delle popolazioni insediate.
In questa ottica l’intervento dell’architetto del paesaggio non è un lusso costoso, ma l’immaginare il mondo in un quadro più grande e più duraturo, che nasce nella comprensione dell’ambiente e di ciò che rende ogni luogo unico.
Oltre a creare delizia per la vista, l’olfatto, l’udito, il tatto, l’architetto del paesaggio crea valore in termini sociali, economici ed ambientali.
La progettazione integrata ha il potere di trasformare uno spazio in qualcosa di funzionale che possieda la bellezza ed un carattere forte, in altre parole un “luogo”.
Fiumi, clima, elementi morfologici, habitat sono considerati importantissime risorse da valorizzare e da cui partire includendo nella progettazione fattori come le identità locali, le forme di trasporto utilizzate ed il patrimonio edilizio.
È importante la figura dell’architetto del paesaggio anche nella realizzazione di grandi infrastrutture. Ad esempio nuove infrastrutture per l’energia eolica e l’energia solare vengono ricercate sempre più spesso in zone rurali, mentre potrebbero essere situate in posizioni meno delicate e meno inficianti per la percezione del paesaggio agrario e naturale. Sfide simili sono quelle che l’architetto del paesaggio deve affrontare nella scelta di posizionamento di industrie estrattive, di gestione dei rifiuti, di silvicoltura ed agricoltura intensiva. La professione dell’architetto del paesaggio è poi la più indicata nella valutazione di impatto ambientale per tutte queste opere e nella proposizione di interventi di mitigazione visiva correlati.
Mostra: Pietro Porcinai Giardino & Paesaggio
Percorso: Tour dei giardini piemontesi
Fonte: paesaggiocritico.com; Tasting the landscape 53° IFLA Congress