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Un dipinto che andrà in asta il 27 marzo presso la casa Pandolfini, ci dà l’occasione di fare un excursus fra arte e diplomazia nella Venezia del ‘500-‘600 .

Il dipinto, presentato al pubblico in occasione dell’asta Arcade/Dipinti dal secolo XV al XVIII del 27 marzo 2025, riflette perfettamente quella cultura cosmopolita della città lagunare che dal Rinascimento gli artisti veneziani ( ma non solo loro ) rappresentavano dipingendo cortei ufficiali, eventi storici , trasformandoli in celebrazioni visive delle gesta e dei rapporti internazionali della Serenissima  ( o in altri casi di altre corti e signorie) .

Al centro della scena è collocato il giovane emiro in abito rosso, con fez e arma dall’impugnatura ricurva, simboli che immediatamente richiama le sue origini ottomane. Il sovrano è circondato dai suoi consiglieri più fidati ed è seguito da un gruppo di donne, probabilmente le sue concubine. Ad anticipare l’élite turca, una compagine di uomini che suonano e danzano.

Il momento allegro e leggero che viene colto dall’artista, così come la città sullo sfondo e i curiosi ammassati sulle rovine antiche, suggeriscono il termine della visita di cortesia e il ritorno della delegazione al proprio paese d’origine.

Facendo un salto alla pinacoteca di Brera , a Milano , tra queste prime raffigurazioni celebrative  spicca il grande e splendido telero La Predica di San Marco in Alessandria  di Gentile Bellini iniziato nel 1504  ma ,quando era quasi concluso, finito nel 1507  dopo la sua morte dal fratello Giovanni . E’ un esempio emblematico di questo intento artistico, nonché un importante riferimento, seppur con qualche elemento fantasioso, nella figurazione del mondo arabo dell’epoca. Il fratello Giovanni vi aggiunge il protagonista, San Marco che predica , lo scrivano alle se spalle e le colonne sullo sfondo

Gentile Bellini, con la sua formazione pittorica veneziana, riflette in quest’opera il multiculturalismo di Venezia. La città lagunare era un crocevia di delegazioni e influenze straniere, pronte a stipulare accordi vantaggiosi con il principale centro commerciale del Mediterraneo.

La "Predica di san Marco in  Alessandria", gli fu commissionato per un ciclo dalla Scuola Grande di San Marco di Venezia (oggi si trova come abbiamo detto alla Pinacoteca di Brera a Milano) : è uno dei teleri più grandi che siano mai stati realizzati. ( 27 metri quadrati) . Quando parliamo di  telero intendiamo una  grande realizzazione su tela che a Venezia adornava i muri dei palazzi al posto degli  affreschi, perché ,data l'umidità della città, gli affreschi si deterioravano molto facilmente.

Gentile Bellini aveva già dipinto memorabili ritratti dell’aristocrazia veneziana, la sua fama aveva travalicato i confini della Serenissima, tanto da essere chiamato al Cairo e a Costantinopoli , così anche  la "Predica di san Marco in Alessandria" è un dipinto ricco di particolari esotici ed orientaleggianti. Aveva già dipinto grandi tele storico celebrative , è il pittore delle piazze, delle città, dell’integrazioni fra culture e vicende storiche che di Venezia hanno la scenografia o la storia

L’arrivo di rappresentanze straniere portava lavoro agli artisti locali, chiamati dalla Serenissima ad immortalare questi eventi. In queste opere è possibile notare come i pittori tendano a descrivere minuziosamente non solo le figure più eminenti, ma anche gli elementi culturali ed estetici che accompagnavano questi incontri

In alto, il grande telero La predica di San Marco in Alessandria di Gentile e Giovann Bellini, Pinacoteca di Brera, Milano

Qui sotto, il dipinto in asta da Panfoldini