CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia inaugura la stagione autunnale 2023 con due grandi mostre nella sua sede di Torino e insieme presenta la sua nuova veste, frutto dell’importante progetto di rinnovamento architettonico in corso in questi mesi, unito alla creazione di un innovativo, e unico in Italia, percorso visivo-tattile dedicato alla storia della fotografia.
Protagonista a Torino è la grande antologica (André Kertész, l’opera 1912 – 1982) dedicata a uno dei maestri assoluti della fotografia del XX secolo nelle Sale espositive di CAMERA, con oltre centocinquanta immagini che ripercorrono l’intero percorso creativo del fotografo.
Realizzata in collaborazione con la Médiathèque du patrimoine et de la photographie (MPP) di Parigi, Istituto del Ministero della Cultura francese che conserva gli oltre centomila negativi e tutti gli archivi donati dal fotografo allo Stato nel 1984, la mostra ripercorre l’intera carriera di André Kertész, fotografo di origini ungheresi, nato a Budapest nel 1894, giunto in Francia nel 1925 e trasferitosi infine negli Stati Uniti nel 1936, dove morirà nel 1985.
La mostra segue le tappe biografiche dell’autore, a partire dalle prime fotografie amatoriali scattate nel suo paese d’origine e durante gli anni della Prima Guerra Mondiale: in questi anni, Kertész affina il suo sguardo e già mostra la capacità di trasformare la quotidianità in immagini sospese tra sogno e apparizione metafisica, come accade nel “Nuotatore” e nei primi di una lunga serie di autoritratti. Si passa poi alle celebri icone realizzate nella Parigi capitale del mondo culturale degli anni Venti e Trenta: le strepitose nature morte realizzate nello studio del pittore Piet Mondrian; i ritratti di personaggi che hanno fatto la storia della cultura e del costume del Novecento, dal regista Sergej Ėjzenštejn alla musa Kiki de Montparnasse allo scultore Ossip Zadkine; le scene di strada, diurne e notturne, i luoghi dove Kertész cerca, secondo le sue stesse parole, “la vera natura delle cose, l’interiorità, la vita”, realizzando immagini che hanno contribuito in maniera decisiva alla creazione del mito della capitale francese nella prima metà del secolo. Infine, le “distorsioni” – giochi nati dagli specchi deformanti dei baracconi del luna park – che lo hanno reso una figura di primo piano anche nell’ambito surrealista. L’esposizione getta poi una nuova luce sulla lunga seconda parte della sua esistenza, trascorsa al di là dell’Oceano, in un clima culturale profondamente diverso: le immagini di questi anni dimostrano infatti come da un lato Kertész continui la sua ricerca ritornando sugli stessi temi, dall’altro evidenzia l’effetto che le nuove architetture, i nuovi stili di vita, i nuovi panorami cittadini hanno sulla sua fotografia. Tra questi scatti, in alcuni casi inediti, si ricordano quelli spettacolari del porto di New York o dello skyline della Grande Mela (in uno appaiono ancora, naturalmente, le oggi scomparse Twin Towers), o ancora le immagini della casa dell’architetto Philip Johnson, quasi un contraltare di quelle scattate nella casa di Mondrian mezzo secolo prima.
La mostra, curata da Matthieu Rivallin – responsabile del Dipartimento di fotografia della MPP, grande esperto di Kertész – e da Walter Guadagnini – direttore artistico di CAMERA –, celebra anche il sessantesimo anniversario della presenza del fotografo alla Biennale di Venezia: la traccia delle opere in mostra si basa infatti sulla lista manoscritta delle opere esposte in quell’occasione, ritrovata tra i documenti presenti negli archivi della MPP, una curiosità in più che lega il grande maestro al nostro paese.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore.
In Project Room trova spazio la collettiva Nuova Generazione. Sguardi contemporanei sugli Archivi Alinari, che presenta le opere inedite realizzate da quattro giovani artiste e artisti tra i più promettenti in Italia: Matteo De Mayda, Leonardo Magrelli, Giovanna Petrocchi e Silvia Rosi. A partire dallo studio dell’immenso patrimonio fotografico custodito da Fondazione Alinari per la Fotografia di Firenze, ognuno di loro ha sviluppato un progetto in grado di far dialogare passato e presente, impiegando un approccio multidisciplinare che testimonia la ricchezza della fotografia contemporanea.
A queste due mostre si affianca nella Manica Lunga una grande novità: l’esposizione multimediale permanente La storia della fotografia nelle tue mani. Una proposta originale di CAMERA, la prima in Italia per tipologia e concezione, una lunga timeline costruita attraverso testi, immagini, materiali video, nata dalla volontà di consentire a tutte e tutti, anche alle persone cieche o ipovedenti, di fruire dei testi, delle immagini e dei contenuti digitali.
Il viaggio di CAMERA comincia a Torino, ma prosegue anche a Saluzzo, Forlì e Bassano del Grappa: a Saluzzo è protagonista lo sguardo femminile in fotografia, attraverso le immagini delle fotografe della storica Agenzia Magnum Photos (dal 13 ottobre), a Forlì viene presentata l’antologica di Eve Arnold (dal 23 settembre) mentre a Bassano del Grappa è possibile ammirare Dorothea Lange con i suoi racconti di vita e lavoro (dal 27 ottobre).
INFORMAZIONI
CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia
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Orari di apertura (Ultimo ingresso, 30 minuti prima della chiusura)
Lunedì 11.00 - 19.00
Martedì 11.00 - 19.00
Mercoledì 11.00 - 19.00
Giovedì 11.00 - 21.00
Venerdì 11.00 - 19.00
Sabato 11.00 - 19.00
Domenica 11.00 - 19.00
24 e 31 dicembre, 11.00 - 15.00
25 dicembre, chiuso
1° gennaio 2024, 15.00 - 19.00