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Maria Grazia Melandri inaugura l’autunno artistico con la mostra personale di Gianluigi Colin dal titolo Word(l)ds.
Gianluigi Colin, voce originale nel panorama dell’arte italiana, mette al centro della sua riflessione i simboli della nostra contemporaneità, utilizzando il “materiale che il mondo gli offre”. L’artista, infatti, conduce da molti anni una ricerca che sta all’incrocio tra le immagini e le parole: questa mostra rappresenta una sintetica raccolta delle produzioni degli ultimi anni.


Una poetica, quella di Colin, dal forte impegno civile ed etico, sempre densa di richiami alla storia dell’arte e alla cronaca, che tende a mettere sullo stesso piano memoria e attualità.
In mostra, in particolare, sono esposte opere della serie “Liturgie” (presentata al Museo Ivam di Valencia, al Madre di Napoli, e alla fondazione Marconi di Milano).

Gianluigi Colin lavora “dentro un mondo di carta” operando con una tecnica complessa:  attinge immagini dai quotidiani, accartoccia quei fogli, li fotografa e li stampa su carta di giornale. Il materiale è poi incollato su una nuova stratificazione fatta di sedimentazioni di carta sempre di quotidiano, infine l’artista interviene sulla sua opera con nuove stropicciature. Quasi un tentativo di preservare quelle immagini e quelle parole  dall’inevitabile destino cui appartengono: la breve durata di ventiquattrore.     I soggetti delle sue opere sono le icone e gli eventi del presente, selezionate in quell’oceano di informazioni che i mezzi di comunicazione di massa ci presentano  senza sosta.
Insieme a “Liturgie” la mostra presenta opere di altri precedenti cicli dedicati alla grande storia dell’arte come “Assenze” e “Piero e il suo doppio”.   Colin, in queste ricerche, recupera riproduzioni di capolavori del passato da Picasso a Piero della Francesca, e interviene su questo materiale. Per un verso, lo violenta, lo manipola. Per un altro verso, ne rivela associazioni e aspetti nascosti.  Il risultato: il dialogo fra noto e ignoto in un viaggio tra passato e presente.
In mostra sono presenti anche numerosi lavori della serie “Amami”: qui, Colin perlustra le geografie dell’anima. Assembla un ricco archivio di immagini sentimentali, per lo più provenienti da cartoline e da album di famiglia degli anni cinquanta e sessanta. In questo caso, non elimina parti. Ma aggiunge strisciate di colore, copre volti, cela gesti. Evocando così amori impossibili.

Il risultato è una mostra di grande impatto emotivo che tende a stimolare e far riflettere sui temi cari dell’autore: il valore fondante della Memoria, il tempo, la stratificazione dello sguardo e l’ambiguità dell’immagine nel sistema della comunicazione di massa.

GIANLUIGI  COLIN -  WOR(L)DS

Dal 28 ottobre al 2 dicembre 2012

L’IMMAGINE - Cesena  Galleria d’Arte Contemporanea
Piazza Aguselli, 42 - Tel e fax. 0547.612981