L’opera della grande artista in dialogo con i dipinti di Orazio Gentileschi
Artemisia Gentileschi è una delle artiste più note del panorama artistico italiano. Figlia di Orazio, pittore toscano di impronta caravaggesca, seguì le orme del padre, formandosi alla bottega romana della famiglia. Il suo stile si evolve nell’insegnamento di Caravaggio, sul quale però Artemisia innesta una più forte vena emotiva e teatrale.
Nota alle cronache anche per il caso di stupro che la vide vittima nel 1611, Artemisia è divenuta nel Novecento un simbolo del femminismo internazionale.
La Santa Caterina fu dipinta verso la fine del soggiorno di Artemisia a Firenze, intorno al 1620. La santa indossa una ricca veste di velluto e una corona tempestata di gemme, a ricordare le sue nobili origini ed è raffigurata in un atteggiamento contemplativo. La mano sinistra è appoggiata sulla ruota dentata, uno degli strumenti con cui fu torturata. La destra regge la palma simbolo del martirio. È una figura di forte presenza fisica, che si staglia dal fondo scuro come affacciandosi sulla ribalta di un palcoscenico. Anche per questo si è pensato che Artemisia possa avere preso a modello una donna reale. La santa Caterina potrebbe essere un autoritratto, o anche il ritratto di Maria Maddalena d’Austria, moglie del duca Cosimo II de Medici, alla quale potrebbe alludere la sfarzosa corona gemmata.
L’esposizione del dipinto di Artemisia Gentileschi nelle sale di Palazzo Madama, in prestito dalle collezioni della Galleria degli Uffizi rappresenta il punto di partenza di un dialogo tra le collezioni dei due grandi musei, in vista di un progetto di più ampio respiro dedicato all’autoritratto femminile previsto per l’estate del 2014.
Esposta al primo piano del museo, in Camera delle Guardie, la Santa Caterina dialoga con i due dipinti del padre, Orazio Gentileschi (il San Gerolamo ebbe come soggetto Pietro Molli, uno dei testimoni al processo per stupro contro Agostino Tassi), e con la Santa Caterina già attribuita a Bassante e proveniente dalla collezione Einaudi, che con il dipinto di Artemisia condivide atmosfere e ispirazione caravaggesca.
Per Palazzo Madama, e il pubblico di Torino, l’esposizione è occasione per lo sviluppo di molteplici narrazioni: il rapporto tra Orazio Gentileschi e la figlia Artemisia e il confronto tra due opere di scuola caravaggesca dello stesso soggetto, con interessanti differenze e affinità stilistiche.
Artemisia Gentileschi
dal 08/03/2014 al 03/06/2014