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Ghilardi ha scoperto per caso questo spazio abbandonato, un tempo sede dell'Istituto Luce e poi devastato da un incendio, ed ha deciso di dare nuova vita ai personaggi immersi nelle pellicole bruciate coinvolgendo oltre 30 attrici italiane che hanno regalato una parte di sé e della propria immaginazione al personaggio prescelto.

I ritratti di “Donne in Luce” sono stati scattati anche in altri luoghi dove si respira e vive il cinema: dal Centro Sperimentale di Cinematografia all’Istituto Statale per la Cinematografia e la Televisione Roberto Rossellini, dal Museo Agostinelli al Micca Club Roma, da Villa Fabrizia a Lodi al Castello della Castelluccia, dal RosaCroce Art Store Roma al Cinema America occupato. La mostra raccoglie 25 stampe in grande formato 80 x 120cm e 100 x 150 cm. Una tiratura limitata delle stampe, sarà messa in vendita durante il periodo della mostra, il ricavato devoluto interamente all’Associazione a Roma Insieme di Leda Colombini, creata da una donna per assistere i figli delle detenute di Rebibbia. Bambini nati senza tempo in una realtà spesso senza sogni. L’obiettivo è quello di portare a conoscenza delle numerose persone che visiteranno la mostra, l’impegno dei volontari dell’Associazione. “Far scoprire a questi bimbi il mondo oltre le sbarre”. “Donne in Luce” sarà anche il titolo della rassegna cinematografica che porterà nell’arena estiva della Casa del Cinema alcuni dei film interpretati dalle attrici presenti in mostra (tutti giovedì dall’11 luglio al 12 settembre). L'idea del progetto "Donne in Luce" nasce più di un anno fa, quando casualmente mi ritrovo a vagare all'interno del Municipio X, ex sede dell'Istituto Luce, in Piazza di Cinecittà. Sono alla ricerca del vigile urbano che mi ha multato a pochi isolati di distanza. Mentre cammino freneticamente, attraverso vari spazi, per raggiungere la caserma della Polizia Municipale, oltrepassando un giardino, mi imbatto in una palazzina abbandonata, rivestita di edera ed erbacce, annerita in buona parte dagli inequivocabili segni del fuoco. Le porte e le finestre sono sigillate con palanche di legno per impedirne l'accesso. Incuriosito, mi spingo alle spalle di questo "blocco" isolato nel giardino, come se il tempo impietoso lo costringesse solitario e inerme alle intemperie. Soltanto pochi metri più avanti, la vita sembra trascurare la sua presenza. Il quotidiano prende il sopravvento. Scopro una porta dove mancano i sigilli e mi affaccio per guardare all'interno. In una sala illuminata dalla luce che penetra da alcuni buchi nel tetto, si svelano macchinari per lo sviluppo ed il taglio delle pellicole cinematografiche. La polvere in sospensione, rischiarata dai raggi che filtrano dai sigilli rotti e dalle finestre distrutte, crea un’atmosfera magica e sospesa. Il tempo lì si era fermato. Chiedo di parlare con il Direttore del Municipio (che allora era l'Architetto Francesco Febbraro, colui che ha reso possibile questo progetto e che ringrazio infinitamente) per saperne di più di quel palazzo. Mi raccontano mille storie differenti sulla vita dell'edificio e sul suo utilizzo. Sicuramente è stato sede per lo sviluppo e il montaggio dei film. Le bellissime porte di accesso alle Camere oscure ed i cilindri girevoli di metallo ormai arrugginito ne sono la testimonianza. Mi parlano anche di scene di celebri film girate sulle terrazze e nelle sale di posa ora incenerite. Poi mi raccontano dell’incendio e degli anni passati aspettando i fondi per un restauro che non è arrivato mai. Sempre più affascinato, torno appena posso a visitare quel luogo dimenticato. Al piano superiore una piccola sala di proiezione, completamente carbonizzata, lascia il posto ad altri ambienti tristemente distrutti dal tempo. Come inseguendo però il karma antico di questi luoghi, la luce, che filtra e si fa largo disegnando tagli netti e temperature colore imprevedibili, restituisce agli spazi un fascino eccezionale e la magia del ricordo. Mi convinco che sia stata proprio la luce a tenere in vita l’edificio, disegnando così un atto di resistenza estremo e poetico contro il tempo, la noncuranza, la nostra sciatta e negligente burocrazia. È stato così che ho iniziato a sognare di come un luogo ormai finito, inutile, inutilizzabile… potesse risvegliarsi e d’improvviso ribaltare il suo destino, divenire simbolo della passione e delle arti che resistono al cinismo di un’epoca, dove la cosa più semplice e comoda da "tagliare o dimenticare " è sempre la cultura. Ho iniziato a pensare a come poter far rivivere lo spazio, ho immaginato che, dopo l'incendio, si potesse animare e divenire la roccaforte degli spiriti di quei personaggi che un tempo avevano proprio qui trovato vita e che erano impressi sulle pellicole bruciate. Figure magiche e abbandonate al loro destino che scivolando via dai fotogrammi per salvarsi dalle fiamme vagano come fantasmi in attesa che qualcuno magicamente gli restituisca la loro “parte”. Per compensare la vetustà e la durezza, imposta dall’incendio e dal tempo passato, avrei dovuto portare grazia e bellezza, fascino e sensualità, coerenza e incoerenza, tutto quello che solo le donne posseggono nella loro straordinaria unicità. Così ho trasformato quel luogo magico nella "Casa delle Fate" e delle "streghe", se preferite... ed è nato il progetto "Donne in Luce".Ho invitato le attrici del nostro Cinema che con me hanno immaginato e cercato questi personaggi magici. Ciascuna di loro, con tanta generosità e delicatezza, ha regalato a questi spiriti, recuperati all’incendio, una parte di sé stessa. Così la giovane e talentuosa Marta Gastini si è misurata con il lato oscuro dei suoi personaggi, tanto lontani dalla propria delicatezza. Con la bellissima Ornella Muti abbiamo ricercato il gioco delle Celebrities in passerella su un red carpet sospeso nel tempo. Valentina Lodovini ha preferito diventare l’addetto alle proiezioni di quel vecchio Cinema bruciato, mentre Isabella Ferrari è presenza sublime indicando le porte d’accesso alle camere oscure. Ho poi ritratto Carolina Crescentini regista di se stessa in un set fiorito tra le macerie. Claudia Gerini, Alessia Barela, Nicoletta Romanoff e Francesca Figus hanno dipinto di colore ed energia lo spazio sognando il “Moulin Rouge”. Sabrina Impacciatore ha giocato con la sua sensibilità onirica per un confronto intimo e intenso dai toni tenui. Ho incontrato una bambola assassina in un vecchio baule dimenticano nella classica soffitta degli horror del passato e assomigliava tanto ad Ambra Angiolini. Paola Cortellesi, come sempre, ha dato saggio di grande autoironia creando l’incontro tra “il comico” e l’attrice”… E così via, in una serie di incontri in cui realtà e magia si sono tenuti per mano. Quando a metà del progetto il Direttore Febbraro, ormai alla fine del suo mandato, mi chiamò per informarmi che finalmente stavano per partire i lavori di recupero di quegli spazi, abbiamo sorriso insieme. Mi piace pensare che le cose non avvengano mai per caso… Finalmente quegli spiriti potevano sorridere in pace, lasciando il posto alle persone reali in un luogo che presto sarà di nuovo vivo. Ho terminato i ritratti di “Donne in Luce” in altri luoghi dove si respira e vive il Cinema, dove l’amore per l’arte si rigenera ogni giorno, insomma dove il cinismo che affossa la cultura viene combattuto a suon di passione e creatività.

DONNE IN LUCE di Riccardo Ghilardi: foto attrici italiane

Inizio:11 luglio 2013

Fine: 12 settembre 2013

Casa del cinema

Largo M. Mastroianni 1 - 00196 - Roma

Orario: dal lunedì - domenica ore 15 -19

Tel. 060608

Fonte: www.casadelcinema.it