Bagnata dal Po e fondata intorno al III secolo a.C. dai Taurini, Torino è una delle città più interessanti dal punto di vista culturale, storico e architettonico del nostro Paese.
Nonostante le credenze popolari che accostano la città a due importanti triangoli esoterici, Torino è magica per la sua posizione ai piedi delle Alpi che la abbracciano a nord. Un fattore geografico, che le ha permesso di sviluppare la propria vocazione turistica dopo le Olimpiadi invernali 2006. Quando l’intero mondo ha scoperto i musei, i palazzi, i giardini, le opere d’arte, l’enogastronomia e l’atmosfera multietnica che si respira per i vicoletti del centro storico del capoluogo piemontese. Oggi che non ci sono più le fabbriche ad attirare masse di lavoratori dal sud Italia, Torino è una delle grandi realtà multietniche nazionali, con numerose comunità ben radicate: dai rumeni, ai marocchini, dai peruviani, agli albanesi, solo per citare le principali nazionalità rappresentate nel tessuto cittadino.
Anche i torinesi ed in generale i piemontesi hanno una storia di emigrazione, viaggi affrontati in cerca di fortuna altrove. Le testimonianze di tutto questo sono raccontate e documentate nel Museo Regionale dell’Emigrazione dei Piemontesi nel Mondo a Frossasco (To), Piazza Donatori di Sangue, 1, inaugurato il 16 settembre 2006.
Testimonianza delle tante comunità presenti a Torino è data dall’edificio simbolo della città la Mole Antonelliana, fatta costruire dopo la promulgazione dello Statuto Albertino che concedeva la libertà ufficiale di culto alle religioni non cattoliche, dalla comunità ebraica torinese come tempio israelitico, mentre oggi al suo interno ha sede il Museo Nazionale del Cinema una delle tappe principali delle visite in città. La città non offre solo la Mole ai visitatori, ma anche altri musei unici per importanza, ad esempio il Museo Egizio, e testimoni dell’apertura di Torino alle altre culture. Il turista che ha voglia di immergersi nel fantastico mondo orientale, trova in città il Museo d’Arte Orientale. Ubicato in pieno centro nello storico Palazzo Mazzonis, ospita une delle raccolte artistiche asiatiche più interessanti d’Italia. Torino non è solo musei e opere d’arte, proprio per la forte espansione migratoria e l’intrecciarsi di culture in città è nato il progetto Mygrantour. Si parte alla scoperta della città multietnica guidati da immigrati bilingui del luogo, si parte da Porta Palazzo, il mercato all’aperto più grande d’Europa. Dietro i banchi, gente di tutto il mondo. La tettoia dei contadini ospita aziende di migranti vendono cavoli o broccoli cinesi cresciuti nelle campagne cuneesi. Ambulanti offrono mazzi di menta per il tè o pane arabo. Sotto i portici, macellerie halal, banchi di spezie e shisha club sostituiscono i negozi tradizionali, rendendo il mercato, un ritrovo per la comunità nordafricana. Il centro culturale italo-arabo Dar al Hikma ospita il più antico hammam cittadino e un bar-ristorante. Dopo un giro al mercato, si gustano un dolcissimo tè e un narghilé all’Ambhara Bar, colorato locale in via Borgo Dora, o si cena all’Hafa Storie, in Galleria Umberto I, dove il giovane chef neostellato Christian Milone, pinerolese di nascita, affianca, da questo febbraio, menu piemontesi e cucina marocchina.
Un giro per il centro di Torino è un’immersione, a volte in apnea, nella Grande Bellezza della storia d’Italia, ma anche un viaggio enogastronomico nel salotto multietnico cittadino. Nell’ultimo decennio insieme alla tradizionale cucina piemontese si fondono tanti ristorantini etnici di qualità e gusto che partendo dai vicoletti della città offrono un viaggio di sapori in ogni angolo del pianeta.
Corpi attraverso i confini
Dagli sbarchi ai musei
Fonte: https://it.wikipedia.org; http://www.mygrantour.org; www.museoemigrazionepiemontese.org