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Alla “Teart” di Torino, risate al femminile con le vignette e i “topi più politically scorrect d’Italia” creati da Anna Barazzetti. Fino al 12 novembre.

Una vera e propria Topolandia in salsa nostrana. In cui s’aggirano e s’intrufolano, squittiscono e ti arrivano addosso a gamba tesa, sovvertendo le norme del sociale dell’etica e della politica, irrispettose “topastre” e “topastri”, che con irriverente furbizia portano scompiglio nella più o meno becera realtà perbenista del Belpaese. Sono i “topi più politically scorrect d’Italia” (fanno anche coming out, irridono la tracimante moda dei selfies così come l’idea di un’Europa che non piace ai più) inventati dalla vignettista Anna Barazzetti e messi in mostra - 25 i lavori esposti - negli spazi dell’Associazione Artistico Culturale “TeArt” di via Giotto 14 a Torino. “Siamo piccoli, numerosi, velocissimi, corriamo dappertutto, ci infiliamo ovunque. E’ impossibile fermarci”: così dicono le simpatiche creature per bocca di Anni, sicuramente fra le nostre fumettiste più interessanti e vivaci, capace di un umorismo al femminile assolutamente singolare e di forte impatto, senza limiti ma sempre attento a un’intelligente interpretazione del quotidiano e soprattutto del rapporto (è il caso della mostra in oggetto) uomo - donna. Al suo attivo la brava Anni conta numerose mostre a tema, per anni è stata anche collaboratrice della rivista internazionale on line “Women in the city” e le sue “Topastre” sono diventate le Mascotte della “Casa delle Donne” di Milano, dove l’11 e il 12 novembre prossimi parteciperà all’edizione annuale di “Mettiamoci in mostra”. “Iniziai a disegnare ‘topastri’ circa vent’anni fa - racconta – quando un mio fidanzato, che per l’appunto mi chiamava ‘topastro’ mi lasciò: creare paradossi sulla realtà è sempre stata la mia strada per esorcizzare le difficoltà”. Buttandole sul ridere, ma anche sull’ironia e, soprattutto, sull’autoironia. Di qui il termine “contraddizione”, che fa da titolo alla mostra. “Mi piace infatti riflettere – sottolinea ancora - sulle forti contraddizioni dell’animo umano e delle donne in particolare; di quelle come me che, come diceva Gaber, ‘hanno già fatto la rivoluzione nella testa ma non ancora nella pelle”. Alla vignettistica, Anni Barazzetti arriva dopo aver partecipato anni fa alla creazione del gruppo teatrale “Il Dottor Bostik”, occupandosi in particolare di testi teatrali per bambini e dopo aver lavorato per vent’anni in un’ agenzia pubblicitaria come copy-writer: “scrivere è sempre stato il mio lavoro, ma sono più brava nella sintesi del pensiero, per questo ho scelto come espressione creativa le vignette”. Con la ferma convinzione che “la satira dev’essere per definizione esagerazione, deve provocare, a volte ferire senza mai porsi dei limiti. Suscitare un sorriso, magari amaro, può colpire più di un’immagine violenta”. Grandi ispiratori, “le firme al top del vignettismo internazionale degli ultimi quarant’anni: da Schultz alla Bretècher a Smythe, il papà di Handi Capp, fino all’argentino Copi, ad Altan e a Reiser”. Tutti, ad eccezione della Bretècher, maschietti. “Purtroppo sì. A parte il caso di Ellekappa e di Claire Bretècher che creò la serie cult de ‘I frustrati’, la satira italiana e straniera, è ancora riservata ad una cerchia maschile dove è quasi impossibile entrare”. Quali allora le doti indispensabili per fare satira, quella vera quella che conta? “Tanta curiosità, un forte spirito di osservazione, l’idea di non dover mai cedere ai conformismi e ai luoghi comuni; tanta cattiveria, ma anche tanta pietas verso la condizione umana. Ironia ed autoironia. I miei ‘Topastri’ arrivano da lì. Parlano di tutti, ma soprattutto di me”.

[Scritto da: Gianni Milani]

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Info
“TeArt” - via Giotto 14, Torino (Tel. 011/6966422 o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
Fino al 12 novembre
Orario: mar. - sab. 17:00 - 19:00