Molto interessante l’apertura degli incontri alla casa d’aste Sant’Agostino di Torino, accompagnati da una mostra: si è partiti dagli anni in cui Torino era capitale dell’arte informale, ma non solo, scandagliate le tendenze del collezionismo oggi, la bolla del mercato, l’antipittura e il ritorno alla pittura.
Bisogna dire che Vanessa Carioggia, la “signora delle aste torinesi”, ha avuto una brillante idea, al di fuori delle consuete logiche commerciali, legittime, ma mai esaustive, del mondo delle aste. La titolare delle torinese Sant’Agostino ha così regalato alla città una mostra e una serie di incontri. Il primo (che si è tenuto il 1 marzo) ha avuto per tema l'arte informale a Torino. A parlarne tre importanti figure del mondo dell’arte italiana: Francesco Poli, Paolo Repetto e Paolo Turati. La serata inaugurale ha riscontrato un grande successo. Torino si conferma città sensibile e colta, come negli anni Cinquanta del Novecento quando fu una delle capitali europee dell’arte informale. Merito di Michel Tapié, studioso e critico parigino, quello che coniò il termine di art informel, che approdò a Torino nel 1956 e nel 1960 vi fondò l’International Center of Aesthetic Research. Lo stesso Tapié organizzò in città grandi mostre, come quelle del 1959 al Circolo degli Artisti (ora Circolo dei Lettori) dal titolo “Arte Nuova”, con opere di artisti come Willem de Kooning, Jackson Pollock, Dubuffet, Burri, Vedova, Fontana e i torinesi Antonio Carena, Piero Rambaudi, Franco Assetto. Nello stesso anno altra importante mostra alla Galleria Civica d’Arte Moderna: una rassegna dell’Informale dalle origini fino a opere attuali provenienti da Europa, America e Giappone.
In realtà, ha ricordato il critico (già docente Accademia albertina, Brera, Sorbona) Francesco Poli «Tapié preferiva chiamarla “Art autre”, arte altra per differenziarla dalle avanguardie precedenti, in controtendenza dialettica con le matrici di ispirazione razionalista come l’astrazione geometrica ma anche in opposizione al realismo impegnato di cui Guttuso fu in Italia il massimo rappresentante». A Torino Tapiè opera con il gallerista Luciano Pistoi che fonda la Galleria Notizie nel 1958, grazie alla collaborazione con il critico francese. Importante fu anche il ruolo del critico Luigi Carluccio e della galleria La bussola, come della Galatea di Tazzoli.
Ma oggi le gallerie hanno lo stesso ruolo di quel tempo? «Oggi siamo di fronte allo strapotere delle Case d’Aste» dice il gallerista Paolo Repetto, «dettano legge sui prezzi, fanno tendenza. Questo perché un tempo vi compravano soprattutto i mercanti, ora moltissimi privati».
Un grande esperto di mercato come Paolo Turati conferma «quest’anno siamo al top dei fatturati per le case d’Asta, 8,3 miliardi di incassi per Christie’s, 8 miliardi Sotheby’s in una progressiva finanziarizzazione dell’arte. Ma l’Italia è indietro e conta solo l'1% del mercato mondiale».
Tornando all’arte informale, qual è l’eredità che ha lasciato questa corrente? Per Poli c'è un ritorno alla pittura, un po’ abbandonata da certe avanguardie, che ha ripreso molti elementi di quella stagione. Per Repetto l’informale, che nasce nel 1942 da una costola dell’astrattismo, se ne differenzia anche per un motivo che potremmo definire spirituale. «Gli astratti Mondrian e Kandinskiy avevano una carica di ottimismo che si perde con gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. L’informale è invece un’arte di denuncia, anche disperazione», come dimostra la serie di opere realizzate da Fautrier fra il 1942 e i 1945, Les otages, ispirate alle fucilazioni inflitte dai tedeschi ai partigiani francesi, considerate la nascita di questa corrente.
Repetto ricorda che in Italia, con Fracesco Arcangeli, nasce una seconda fase dell’“informale” con una declinazione naturalistica, con meno astrazione e una apertura verso l’impressionismo e poi negli anni sessanta, a Torino, Paolini, Anselmo e altri danno vita all’arte povera e concettuale. Repetto la definisce “l’antipittura”, che si rifà a Burri, Fontana e Piero Manzoni. Oggi c’è un ritorno alla pittura. «Resterà questa pittura nella storia dell’arte o sarà spiazzata dai nuovi mezzi espressi, video laser neon? Penso, che resteranno alcuni grandi come Lucien Freud, Bacon, ma la via principale della grande arte non potrà più essere la pittura. Pensiamo a quello che è avvenuto con il mosaico o l’affresco o all’incisione. La pittura resterà ma i grandi artisti non si esprimono più attraverso la pittura».
Non del tutto d’accordo Poli per il quale «tutti gli artisti in fondo fanno anche delle pitture o sculture» anche se non sono più l’unico mezzo di espressione artistica. «Penso a una artista come Tracey Emin che certo fa installazioni o performance, ma fa anche pitture e quelli che vende sono soprattutto i quadri».
Ma oggi siamo agli NFT, tutta un’altra storia, «una operazione commerciale molto importante fatta a tavolino, dietro la quale però resta un fattore estetico di un certo livello» per Turati. Poli ribatte che l’NFT non è una espressione artistica, è una tecnicalità all’interno della quale ci può stare di tutto: dalla fotografia al disegno. «L’NFT è il vanto di una proprietà unica che posso anche moltiplicare a mio piacimento, stamparla e appenderla su tutte le pareti di casa mia», dice Turati.
Ma questa è appunto un’altra storia. L’arte ha oscillazioni di gusto e mode (ancora Poli) che emarginano molta arte informale di artisti valenti e questo è ingiusto. «Bisogna riattualizzarne la lettura e questo vale per tutte le fasi dell’arte ed è compito della critica, della stampa far vedere le cose in modo nuovo» per non consegnarle all’oblio. Amaro il commento di Repetto: «Oggi si conosce il prezzo di tutto ma il valore di nulla», non condiviso da Poli.
In mostra molte opere. Ne segnalo solo tre, (a mio gusto naturalmente): il bellissimo Renato Birolli "Centro di equilibrio", del 1959, il romantico dipinto di Takashi Suzuki "Les iris sous la pluie" (1963), e il coinvolgente "Structures dans le bleu" di Franco Assetto (1961).
Torino e l'arte informale, 1 marzo - 20 marzo 2023,
dalle ore 9.30 alle 12.30- dalle 14.30 alle 18.30
Lunedì mattina, sabato pomeriggio e domenica chiuso.
SANT'AGOSTINO CASA D'ASTE Corso Alessandro Tassoni, 56, Torino, 10144
Seguiranno altri incontri
Telefono (6 linee): (+39) 011.437.77.70
Telefono: (+39) 011.430.38.28
Il video dell’incontro al link
https://www.santagostinoaste.it/torino-e-l-arte-informale-un-omaggio-a-michel-tapie.asp
Nella foto in alto: Renato Birolli Centro di equilibrio 1959, olio su tela cm 49,8x70
Qui sotto: Takashi Suzuki Les iris sous la pluie (1963) Olio su tavola, 53x78 cm;
Franco Assetto Structures dans le bleu (1961) Olio su tela, 65x85 cm