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Il mondo silenzioso e poetico di Felice Casorati, tra straordinari capolavori, influenze metafisiche torna dopo un trentennio in una grande retrospettiva a Milano, a Palazzo Reale. Una mostra che ripercorre l’intera parabola artistica di uno dei più raffinati e originali interpreti del Novecento italiano.

14 le sezioni in cui è suddivisa la mostra : sezioni che seguono  l’evoluzione stilistica della sua pittura dagli esordi simbolisti fino agli ultimi lavori degli anni Cinquanta. Si parte dai primi capolavori giovanili, come Ritratto della sorella Elvira (1907) e Le ereditiere (1910).

A Torino, dal 1919, dopo la morte del padre, Casorati inaugura una stagione di grande rigore formale e introspezione psicologica e sviluppa negli anni Venti un linguaggio sempre più essenziale e metafisico

Ne è un esempio plastico il dipinto Silvana Cenni (1922), ispirato alla pittura quattrocentesca, in particolare a Piero della Francesca, che ritrae una donna immaginaria, dalla postura  ieratica e intangibile, seduta in una stanza affacciata sul Monte dei Cappuccini di Torino e con ai piedi pergamene e volumi , che  sembrano custodi del mistero racchiuso nel dipinto.

 A questo periodo appartiene anche la celebre Conversazione platonica (1925). E poi capolavori come Una donna (L’Attesa), Un uomo (Uomo delle botti) e Bambina (Ragazza con scodella)  e la celebre Conversazione platonica (1925). Di grande bellezza anche il dipinto  Annunciazione (1927), opera sospesa tra classicismo e modernità, esposta solo raramente in pubblico. Un vero capolavoro. Un quadro  dove il pittore interpreta il tema dell’annuncio a Maria in maniera originale : due figure silenziose si fronteggiano senza vedersi, separate dall’anta a specchio di un armadio, che riflette gli arredi ma non l’angelo che vi sta davanti.

Volumi armoniosi e calcolati con precisione geometrica, sguardi profondi, pose composte , immobili, nature morte essenziali, introspezione psicologica, un’aria di mistero caratterizzano  le sue opere migliori. Come quelle  degli anni  Trenta e Quaranta . Tra i dipinti di questo periodo spiccano Donne in barca (1933) e Le sorelle Pontorno (1937).

Le cento opere in esposizione ci mostrano , dunque, un grande interprete della  fragilità e delle inquietudini del primo Novecento. E’ in generale la sua una sofferta ricerca del significato della vita. Una ricerca di verità e bellezza che non cede alle mode, alle avanguardie artistiche “nichiliste”, al prorompere del contemporaneo vitalismo futurista.

Scrive Domenico Piraina, Direttore del Palazzo Reale di Milano: “Freddo, cerebrale, passatista, inattuale, accademico»: sono alcuni giudizi che i «candidissimi detrattori» – così Casorati definiva, con il tratto signorile che lo caratterizzava, coloro che disistimavano la sua opera – esprimevano sull’arte sua; e ancora lo definivano «un orditore diuna pittura separata dalla vita e di forma vuota». Altri invece, soprattutto tra studiosi di arte antica, riallacciavano l’identità pittorica casoratiana al numerus, alla mensura e al pondus, vale a dire alle stesse modalità con le quali, come è scritto nel Libro della Sapienza, è avvenuta la creazione divina del mondo“.

 

 Fino a 29/06/2025

Palazzo Reale,  Piazza del Duomo, 12 - Milano

 Orari

Da martedì a domenica ore 10 – 19.30. Giovedì ore 10 – 22.30

Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura

Lunedì chiuso

Sito web per approfondire: https://www.palazzorealemilano.it/

Facebook: palazzorealemilano

Nella foto in alto, una stanza della mistra al centro, Felice Casorati  Silvana Cenni (1922) 

qui sotto,Felice Casorati  Annunciazione ( 1927) 

Felice Casorati, Le sorelle Pontorno ( !937)