C’è qualcosa di misterioso e affascinante nelle donne che Carla Bedini racconta con il suo linguaggio personalissimo e certamente contrassegnato da una forte originalità.
Questa personale costituisce un’ulteriore testimonianza di valore, che oltre a confermare la validità del suo lavoro, dimostra chiaramente quanto quest’artista sia capace, in grande autonomia, di porre limpidamente in rilievo tutta una serie di istanze che sono alla base della sua ricerca intorno alla figura femminile. Una ricerca affidata anche a una tecnica elaborata, che ha il ruolo di accentuare la caratura misterica di questa potente poetica, di certo destinata a non lasciare indenne l’osservatore.
Poggiando sulla solidità di un supporto ligneo preparato, Carla Bedini costruisce i propri mondi con garze colorate, sulle quali adagia le figure modellate attraverso una curata tecnica mista, che vede consolidare la morfologia compositiva con l’ausilio di apporti vegetali opportunamente collocati.
Creature qua e là velate da un’aura “gotica”, che ci rimanda a una dimensione in cui la figura femminile si trasforma in presenza a tratti evanescente, quasi in procinto di smaterializzarsi, o di essere preda di metamorfosi in cui umano e vegetale si amalgamano dando vita a ibridazioni colme di ambiguità.
In alcune delle sue figure vi è poi qualcosa di vagamente androgino: una lieve rievocazione della coincidentia oppositorum che rimanda all’ermafrodismo primordiale, quando l’androginia era un segno di perfezione, spesso privilegio delle divinità.
Gli spazi in cui hanno vita le donne di Carla Bedini, sono naturali e impossibili nello stesso tempo: pavimenti scanditi da un’aurea geometria domina molto spesso la densa e oscura matrice cromatica, vitalizzata dalla ricorrente betulla. Pianta provvista di un proprio background simbolico che si consolida nelle tradizioni mitico-religiose nordiche, la betulla è una presenza importante nel lavoro di questa pittrice.
Il perduto furore dionisiaco che pare ancora riverberare negli occhi di alcune delle donne qui proposte, si affianca a tratteggi fiabeschi, che lasciano intravedere il loro legame con una sensualità nella quale corpo e anima non possono essere scissi.
L’opera di Carla Bedini diventa quindi una rete senza fine di episodi che non si situano sterilmente in uno schema, ma si addensano intorno a un nucleo occulto, forse velatamente esoterico, da cui sono apparentemente attratti.
Nelle atmosfere proposte dall’artista, riverberano gli echi di un universo fatto di sofferenze, ma anche di dolcezza, certamente non privo di inquietudine; si tratta di luoghi nei quali non è facile ritrovare la via del ritorno. Anche se in alcuni casi quella via forse non vorremmo trovarla, poiché oltre il bozzolo dell’apparenza, ognuna delle donne di queste pitture ha qualcosa da svelare.
E così potrebbe sembrare che nulla sia come appare, le indefinite atmosfere collegano inesorabilmente realtà e fantasia, speranza e angoscia, vita e morte. Quelle donne, così diverse eppure così simili, contendono le loro complesse esistenze tra Eros e Tanathos, mentre il loro tempo si è fermato nell’istantanea metafisica che ne ha suggellato l’appartenenza all’universo delle visioni. [Massimo Centini]
Info
Dal 28 marzo al 16 aprile 2014
Galleria ACCADEMIA - Torino
Orario galleria : mar. - sab. 10:30-12:30/16:30-19:30; lunedì e festivi chiuso
www.galleria-accademia.com