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Matite ,pastelli acquerelli, tempere , più rari i collage, su vecchi fogli di giornale: una aeropittura futurista, quella di Michele Falanga in mostra a Lecco,  dai colori vivaci datata anni Trenta,  gli anni ruggenti di questo filone artistico che si colloca in quello che viene comunemente definito “secondo futurismo”.

Le opere di Michele Falanga sono originali e curiose, intriganti. Riscoperte da pochi anni, grazie agli eredi che con passione le hanno riproposte ,insieme alla sua produzione letteraria, hanno già attirato l’attenzione di un pubblico che ama in particolare quella fervida stagione artistica fra le due guerre.

Michele Falanga , come si deduce  dalla biografia dell’artista riportata sul sito ufficiale www.michelefalanga.com, e’ stato in primis un poeta e letterato che si è dedicato anche allo studio ed alla realizzazione di opere figurative solo a partire dagli anni ‘20 sino alla sua scomparsa avvenuta nel ‘37. Questo ha fatto sì che diversamente dalle opere letterarie realizzate in numero cospicuo , quelle “pittoriche” sono invece assai meno numerose , già in possesso di collezionisti italiani ed esteri , come gran parte di quelle pubblicate sul sito . Così come quelle che verranno esposte a Lecco, a Palazzo Falck, dal 4 al 13 dicembre. Le stesse mostre che si susseguiranno negli anni a venire saranno infatti possibili grazie alla sinergia dei collezionisti che di volta in volta presteranno le loro opere da affiancare a quelle di proprietà degli Eredi M.F.

Due opere realizzate su pagine de La Domenica del Corriere (tecnica mista e COLLAGE di cm 30x40 circa) saranno esposte nella mostra di Lecco e si  tratta  di collage molto rari. Le altre opere sono tutte tecniche miste (matita, pastelli, acquarelli/tempere) realizzate su pagine di quotidiani delle dimensioni di circa cm 60x40 ( a seconda del quotidiano adoperato). Si tratta di opere realizzate tutte tra il ‘30 ed il ‘37 , sono tutte firmate dall’artista con le iniziali MF come era solito firmare. Non sono quasi mai datate e non sono mai intitolate.

Michele Falanga nasce nel 1865 a Bagnara Calabra (Reggio Calabria). Nel 1879 si trasferisce con la madre a Messina. E qui si trova a vivere uno degli avvenimenti più tragici del nostro Paese: il disastroso terremoto del 1908 che colpisce Messina e che coinvolge Michele in prima persona; sepolto sotto le macerie , salvo per miracolo, perde nel disastroso evento i figli Giuseppe e Samuele.

Questi accadimenti fanno sì che in lui si radichi una complessa concezione della vita e del destino. La sua cultura e la conoscenza approfondita delle dinamiche della città, sia sotto l’aspetto socio-culturale che storico, lo spingono a dedicarsi in maniera quasi spasmodica alla scrittura. Crea così testi in prosa, poesia e poemetti, in dialetto e non, incentrati principalmente sulla cultura e la tradizione messinese; viene più volte chiamato a redigere articoli su periodici dell'epoca, riguardanti incisivi avvenimenti politici e sociali. Alcuni di questi scritti sono oggi custoditi presso la Biblioteca Regionale di Messina.

Lo scoppio della Prima guerra mondiale , nel 1915, lo coinvolge come convinto interventista  , facendolo partecipare in prima persona a manifestazioni patriottiche e donandogli nuovo dinamismo.

Influenzato dal regime fascista incomincia a cimentarsi  nell’arte visiva, intesa sia come forma di testimonianza storica che propagandistica, complice anche l’assidua frequentazione di studi d’arte primi tra tutti quelli degli amici: il pittore Daniele Schmiedt e lo scultore “Tore” Calabrò.

L’essere contemporaneo e simultaneamente corregionale ad artisti futuristi del calibro di Pippo Rizzo e Giulio D’Anna (messinese d’adozione, di cui si avverte l’influenza nelle sue opere pittoriche ) gli dà l’occasione di visitare le loro mostre dedicate all’aeropittura, quale declinazione dell’arte futurista. Così dagli anni 20 fino alla sia morte nel 1937  sperimenta bozzetti, disegni, progetti e opere pittoriche. Realizza le sue creazioni per lo più su supporti “poveri”, quali fogli di vecchie riviste e di giornali che divengono per lui tela bianca da riempire. Si tratta di opere fini a se stesse realizzate non a scopo commerciale o espositivo, bensì per compiacere la propria creatività e coltivare il proprio talento.

Gli eredi Falanga si prefiggono oggi il compito di raccogliere, catalogare ed archiviare le opere letterarie e visive del proprio avo, testimone storico degli avvenimenti che hanno segnato la città di Messina e l’Italia intera.

Michele Falanga in mostra

AEROPITTURA FUTURISTA opere pittoriche e manoscritti dal 1908

dal 4 al 13 dicembre 2024

Palazzo Falck - Lecco