Bilancio più che positivo, a poco più di un mese dall’avvio, per la mostra dedicata a Giacomo Grosso (Cambiano 1860 - Torino 1938), uno dei pittori piemontesi più conosciuti e amati nel periodo a cavallo tra Otto e Novecento, e secondo appuntamento - dopo la rassegna dedicata nel 2016 ad Andrea Gastaldi - del ciclo «I Maestri dell’Accademia Albertina», promosso e organizzato dal Museo Accorsi-Ometto e dall’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, con la collaborazione dello Studio Berman di Giuliana Godio.
L’esposizione, curata da Angelo Mistrangelo, si concentra sull’attività pittorica dell’artista, sugli anni d’insegnamento all’Accademia e sulla sua partecipazione ai grandi eventi internazionali. In particolare, viene posto in risalto il suo impegno nell’ambito di una ritrattistica di sicura fascinazione, aspetto quanto mai determinante nella vicenda artistica del pittore.
Delle 4 sedi in cui la rassegna, composta di un corpus di oltre cento opere, era inizialmente suddivisa, ne restano oggi visitabili tre: il Palazzo Comunale di Cambiano, la Pinacoteca dell’Accademia Albertina e il Museo Accorsi-Ometto di Torino. A Palazzo Madama, ha infatti concluso, lo scorso 23 ottobre, il suo ciclo espositivo la bellissima “Ninfea” (1907) allestita in Corte Medievale all’interno dell’imponente “Cornice d’alcova” di Grosso, scolpita e dorata e presente in numerosi suoi dipinti.
In particolare, nelle sale di Palazzo Civico a Cambiano (luogo di nascita dell’artista) sono ospitate le opere giovanili di Grosso, mentre nella Pinacoteca dell’Accademia Albertina (dove attraverso foto d’epoca viene anche ricostruito lo studio del pittore che all’Accademia insegnò per anni) si possono ammirare opere di mirabile composizione formale e scolastica, come “La nuda” del 1896 – fra i dipinti più sensuali della nostra storia dell’arte – accanto a sontuosi ritratti, fra cui quelli dei Savoia, e all’ “Autoritratto” del 1931.
Grandi ritratti sono anche assemblati al Museo Accorsi-Ometto: personalità della cultura, affascinanti signore dell’aristocrazia e personaggi dell’alta borghesia, tutti raffigurati con sorprendente capacità compositiva ed espressiva.
La mostra, a ventisette anni da quella ospitata alla Promotrice delle Belle Arti di Torino, costituisce, quindi, una nuova occasione di riflessione e di aggiornamento sulla figura artistica e umana di Giacomo Grosso: “un esaustivo itinerario, tra pittura e insegnamento, che ripercorre la storia, la vita e l’arte dell’artista piemontese e permette di mettere in risalto il talento, caratterizzato da un altissimo valore tecnico-artistico, e la rilevante personalità di questo ‘Maestro dell’Accademia Albertina’.
___________________________________________
1895 – 1925. “LA GIORNATA DI UNA SIGNORA”
ABITI DELLA COLLEZIONE ROBERTO DEVALLE
La Fondazione Accorsi-Ometto ospita anche, a corollario della mostra di Grosso, una ventina di abiti provenienti dalla Collezione Roberto Devalle e risalenti al periodo 1895-1925.
L’esposizione, curata da Silvia Mira, storica della moda, conduce il visitatore all’interno di un mondo, dove gli abiti (alcuni firmati da note Maisons torinesi, come Sacerdote o De Gasperi e Rosa, altri da sartorie sconosciute ma non per questo meno preziosi) sono parole che continuano a raccontare, anche dopo molti anni, il contesto, all’interno del quale e per il quale, sono stati concepiti: abiti meravigliosi ed elegantissimi, che ci “permettono di fare un viaggio indietro nel tempo fornendo l’occasione non solo di ammirare la bellezza e l’evoluzione delle linee, ma anche di scoprire che l’abito e il contesto erano scanditi da regole precise delle quali i manuali di buone maniere dell’epoca davano una fondamentale chiave interpretativa”.
g. m.
“Giacomo Grosso. Una stagione fra pittura e Accademia”
Museo Accorsi-Ometto, via Po 55, Torino, tel. 011/837688 int. 3 – Accademia Albertina di Belle Arti, via Accademia Albertina 8, Torino, tel. 011/0897370 – Palazzo Comunale di Cambiano, piazza Vittorio Veneto 9, tel. 011/9440105
Fino al 7 gennaio 2018