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Per la prima volta in Italia, una mostra affronta a largo raggio la figura di uno dei più grandi maestri del ‘900, nel suo radicamento nella tradizione culturale, profonda ed antica, della Russia.Wassily Kandinsky è al centro della mostra stessa con oltre 64 opere provenienti dal Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, dai Musei di Omsk, Kazan, Tyumen, Vladivostok, Nizhny Novgorod, dal Centre d’Art Moderne Pompidou e da qualche collezione pubblica e privata italiana.

Si tratta di una delle più vaste mostre dedicate all’artista russo, che accompagna nel percorso le sue opere con alcuni importanti riferimenti alle radici della sua arte.
Insieme dunque ai primi dipinti di derivazione simbolista e alle raccolte di xilografie quali “Poesia senza Parole”, la prima parte della mostra accoglie alcune selezionate opere di artisti quali Bilibin, Burliuk, Stelletsky, che riconducono alla tradizione delle fiabe a cui si ispirano in quegli anni musicisti e scrittori.
La formazione di Kandinsky però, non può prescindere dai suoi interessi giovanili per gli studi etno-giuridici che lo portarono a contatto con la tradizione contadina, come ben testimoniano i suoi viaggi in Vologda, dove il contatto con la cultura tradizionale e i colori avvolgenti degli oggetti e delle decorazioni degli interni delle izbe, lo affascinarono e furono determinanti per la sua scelta di essere pittore.
La seconda sezione della mostra dunque offrirà una raccolta sintetica di oggetti del folklore russo, di stampe lubok, abiti, tessuti e, in una piccola nicchia, oggetti rituali della tradizione sciamanica.
Il periodo della permanenza di Kandinsky in Germania, negli anni tra il 1906 ed il 1913 vedrà affiancare alle sue opere alcuni selezionati esempi di artisti che gli furono più vicini, Javlensky, Munter, Verefkina, e soprattutto Arnold Shoenberg, il rivoluzionario musicista così affine per impostazione culturale alle idee di Kandinsky.
La mostra dunque consente di scoprire come le “radici orientali” della tradizione culturale russa si fondono nell’opera di Kandinsky con le avanguardie tedesche e parigine, e come nel contempo Kandinsky rappresenti il punto di incontro con la sua instancabile attività intellettuale fra le espressioni della prima avanguardia russa, Larionov, Goncharova, le mostre di Idzbesti e il gruppo che a Monaco raccoglierà intorno alla rivista Der Blaue Reiter.
Il punto focale della mostra si concentra sugli ultimi anni russi fra il ’14 ed il ’21 in cui tutti questi elementi conducono l’artista all’invenzione della pittura astratta, in una concezione della spiritualità dell’arte che deve moltissimo alla tradizione mistica e letteraria russa.
Si tratta dunque di una delle mostre più ampie dedicate in Italia a Wassily Kandinsky e soprattutto dedicata al lungo periodo che precede il suo definitivo abbandono della Russia per la sua lunga esperienza al Bauhaus.
Il distacco dei luoghi della sua cultura profonda porterà Kandinsky a scelte più radicali, all’astrazione geometrica, cambiando profondamente il suo rapporto con l’arte e con il mondo che intorno ad essa si andrà consolidando, lontano dalle avanguardie del suo paese, ma in qualche modo anche dall’Europa occidentale che lo ospita.

WASSILY KANDINSKY. Dalla Russia all’Europa
Pisa, Palazzo Blu
Lungarno Gambacorti 9
13 ottobre 2012 – 3 febbraio 2013