Il gruppo detto del Nuovo Futurismo si è costituito a partire dal 1983, ad opera del critico e gallerista milanese Luciano Inga-Pin (1927-2009) che ha iniziato a esporlo nella sua Galleria del Diagramma. Il nucleo definitivo era costituito da undici artisti: Gianantono Abate, Clara Bonfiglio, Dario Brevi, Andrea Crosa, Innocente, Marco Lodola, Battista Luraschi, Luciano Palmieri, Plumcake (Gianni Cella, Romolo Pallotta, Claudio Ragni), Umberto Postal, tutti nati a cavallo degli anni '50 e attivi in Lombardia e Veneto.
In seguito Gianni Cella si è diviso dai due colleghi lasciando loro la denominazione originaria di Plumcake e presentandosi col suo cognome. Innocente, in prima linea agli inizi, ha preso poi un cammino diverso, per cui la presente esposizione presenta in definitiva dieci personalità. Postal è scomparso di recente, e dunque la mostra viene a lui dedicata, assieme al padre fondatore Inga-Pin.
Il titolo adottato per questi artisti non è affatto generico, se almeno si parte dal presupposto che il grande movimento storico del Futurismo ebbe due anime, una incentrata su Umberto Boccioni, e volta alla conquista dell'ambiente, un'altra rappresentata da Giacomo Balla, subito sostenuto dal più giovane Fortunato Depero. I due, insieme, proclamarono il manifesto della Ricostruzione futurista dell'universo (1915), dove l'accento va portato proprio sull'intento del ricostruire il tessuto urbano, così anticipando la Casa del costruire, ovvero il Bauhaus creato qualche anno dopo da Walter Gropius. Ma mentre questa iniziativa tedesca puntava nel modo più rigoroso ed esclusivo sul funzionalismo, con esclusione assoluta del colore e dell'ornamento, i due nostri artisti conducevano un brillante e profetico tentativo di conciliare la ragione con l'emozione, o per dirla con Balla, il numero doveva farsi anche "innamorato". Depero per parte sua rispondeva a questo programma creando una Casa del Mago nella nativa Rovereto. Da qui la straordinaria attualità del loro insegnamento, e la legittimità di dar vita a un Nuovo Futurismo, come appunto hanno fatto gli artisti qui in mostra, entrando in collegamento con altri fermenti che dal 1970 in poi hanno contestato i rigori del Movimento moderno, erede del Bauhaus, determinando il clima detto del postmoderno o del neo-moderno.
Proprio per indicare questo modo giusto di intendere la sigla del gruppo, la mostra offre in apertura alcuni saggi del grande laboratorio di Balla e Depero, dove la linea geometrica si flette, acquista coefficienti decorativi, liberi, estrosi, alleati all'incanto del colore, per un costruire che non sia solo austero ma capace di allietare la nostra vita.
Per la stessa ragione la mostra non si limita a presentare i dieci protagonisti del gruppo, da cui al momento si è dissociato Innocente, ma mette in campo opere di due casi assolutamente paralleli alla loro marcia, reperiti in grandi cultori dell'architettura e del design quali Ettore Sottsass Jr e Alessandro Mendini. Del resto, il compito di produrre non soltanto opere autonome e a sé stanti, ma concepite per fini applicati, è da sempre negli intenti del Nuovo Futurismo. Presentandosi a questo appuntamento, essi hanno accentuato tale aspetto, confluendo con altri nel grande compito di "ridisegnare la città", e così dando un contributo al grande traguardo cui Milano e l'Italia tutta si protendono, l'Expo 2015.
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto 2, Milano
Quando
20 giugno - 9 settembre 2012
orari 10-19.30
martedì e giovedì 10-22
chiuso il lunedì
*apero il 15 agosto
Ingresso libero
Per informazioni
Provincia di Milano/Spazio Oberdan
tel. 02 7740.6302/6381