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Il progetto di valorizzazione del castello di Montefiore Conca, nell’entroterra riminese, rappresenta una delle pochissime esperienze di archeologia medievale e post-medievale della bassa Valconca.

Le indagini archeologiche effettuate dal 2006 al 2008 hanno portato in luce importanti dati sulle antiche strutture del Rocca Malatestiana, restituendo anche una notevole mole di materiale ceramico, protagonista della mostra “I colori di Montefiore. Testimonianze archeologiche dagli scavi nella Rocca” (inaugurata il 22 maggio 2009).

Da sabato 11 giugno 2011 (ore 17.30), a poco più di due anni dal primo allestimento, l'esposizione si è ampliata e ha cambiato volto grazie agli sforzi congiunti del Comune di Montefiore Conca e della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, con il finanziamento della Banca Popolare della Valconca e di Ceramica del Conca Spa, e la collaborazione della  Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Emilia-Romagna.

La mostra "Sotto le tavole dei Malatesta. Testimonianze archeologiche dalla Rocca di Montefiore Conca", allestita nella Rocca Malatestiana fino al 23 giugno 2013, espone una parte dei materiali ritrovati nelle discariche durante gli scavi nella Rocca. Curata da Simone Biondi (Tecne srl), Annalisa Pozzi (SBAER) e Chiara Cesaretti, l'esposizione consente di ricostruire veri e propri frammenti della vita quotidiana nella rocca nei suoi tre secoli di occupazione da parte dei Malatesta prima e dei  Montefeltro poi, dagli inizi del ‘300 alla metà del ‘500.

L’allestimento, progettato dall’Arch. Franco Roberti, si sviluppa su due livelli. Al primo piano sono esposti i reperti in vetro, metallo, le monete e gli stucchi architettonici, che ornavano i saloni e le stanze della Rocca. Al secondo piano sono raccolte le ceramiche d’uso e da mensa, ritrovate durante gli scavi.

Pur inserendosi nell'ormai consolidato filone degli studi sulla produzione ceramica di età malatestiana, l'esposizione di Montefiore offre il valore aggiunto di una location straordinaria, quella Rocca a cavallo tra Medioevo e Rinascimento di cui possiamo ammirare i locali recentemente restaurati e, al pianterreno, l'area di scavo archeologico vera e propria, lasciata a vista per il pubblico.

 

LA ROCCA

La prima notizia del castrum Montis Floris risale al 1170, quando papa Alessandro III lo concesse in enfiteusi alla Chiesa di Rimini. Difficile capire come fossero organizzate le strutture che costituivano l’originario corpo di fabbrica in quel periodo. E’ noto che con il termine castrum/castellum le fonti indicano una quantità innumerevole di tipologie costruttive ed amministrative. Gli scavi archeologici hanno dimostrato l’esistenza di strutture databili al XIII secolo al di sotto del muro di vela del mastio, oggi non più conservato. Dal “Registro di lettere dei Malatesti” sappiamo che la Rocca attuale fu costruita da Guastafamiglia Malatesta (1299- 1364) e ampliata dai figli Pandolfo II (1325-1378) e Ongaro (1327-1372). A questi si lega la committenza del ciclo di affreschi che decorano la sala dell’Imperatore, opera del pittore Jacopo Avanzi da Bologna. Nel corso del XV secolo si registra poi una ristrutturazione da parte di Sigismondo Pandolfo (1417-1468) nipote di Pandolfo II (1325- 1373). Le successive vicende del castello sono molto complesse: nei secoli XV-XVI fu oggetto di passaggi di potere quasi continui fra i Malatesta, i Montefeltro e la Santa Sede, che lo detenne pressoché ininterrottamente sino all’Unità di Italia.

 

GLI SCAVI ARCHEOLOGICI

Gli scavi archeologici hanno portato in luce una serie di ambienti di servizio (cucine, magazzini, stalle) in uso fra i secoli XIV-XVI. L’aspetto più interessante di questa fase è dato dalla costruzione di una grande cisterna “alla veneziana”, collegata ad un impianto di recupero dell’acqua piovana. Questo era formato da grondaie di scolo che dal tetto, attraverso i muri perimetrali, scendevano fino alle cucine, dove l’acqua veniva filtrata e raccolta nel pozzo centrale. Quest’ultimo era dotato in origine di una vera esterna in mattoni e di un chiusino che veniva aperto ogni qual volta era necessario attingere acqua. All’abbandono della cisterna trecentesca fece seguito la costruzione, durante l’occupazione veneziana (1504-5), della seconda e più grande cisterna, ancora in uso all’interno della corte della Rocca.

Alla metà del ‘300 si datano anche le fosse da butto scoperte nelle cucine, vicino alla cisterna e nei magazzini. Si tratta di strutture interrate, in muratura con copertura a volta, formate ognuna da una camera completamente chiusa, priva di accesso e dotata solo di piccole caditoie o condotti a botola per lo scarico dei rifiuti. L’importanza del ritrovamento è data dai riempimenti. In queste camere era infatti gettato tutto quanto era giudicato “rifiuto”, dai resti di pasto, alle ceramiche, agli attrezzi da lavoro rotti o non più utilizzati (pesi da bilancia, falcetti, roncole, forbici ecc.), fino ai vetri di bottiglia o di bicchieri.

 

L’ALLESTIMENTO E I MATERIALI

L’ingresso alla Rocca avviene attraverso gli spazi delle cucine, oggi musealizzati, dove è visibile al centro della stanza la cisterna del ‘300. Da qui si passa agli adiacenti magazzini, o “stanza dei butti”, dove si trovano le discariche per i rifiuti. In corrispondenza dell’originario pavimento in terra battuta, oggi non conservato, si può osservare il muro divisorio in pietra che separava le stanzette quadrate con le botole per lo smaltimento dei rifiuti nelle discariche sottostanti. Sul lato opposto della stanza restano, invece, alcuni brevi tratti in muratura databili al tardo ‘500 e riferibili probabilmente all’alloggiamento di una ruota meccanica. Una rampa moderna, addossata al muro perimetrale della stanza, permette poi di raggiungere i piani nobili e la sala affrescata dell’Imperatore.

La visita prosegue attraverso le sale che espongono una parte dei materiali ritrovati nelle discariche durante gli scavi nella Rocca. L’allestimento si sviluppa su due livelli.

Al primo piano sono esposti i reperti in vetro, in metallo, le monete e gli stucchi architettonici, che ornavano i saloni e le stanze della Rocca.

Montefiore Conca, Rocca Malatestiana.

Centro storico di Montefiore Conca

Data Inizio:11 giugno 2011
Data Fine: 23 giugno 2013
Costo del biglietto: € 4,00; Per informazioni 0541980035

Sito : www.archeobologna.beniculturali.it/mostre/montefiore_2011.htm