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Dal 1993 Arte Plurale è un appuntamento torinese che vede artisti, insegnanti, studenti, educatori e persone in situazione di disabilità o disagio psichico progettare e realizzare insieme elaborati con i molteplici linguaggi e tecniche della contemporaneità. Il PAV partecipa alla rassegna con Prospettive sul corpo, serie di light box fotografici tratti dalla mostra personale Il corpo che guarda di Evgen Bavcar, allestita nel 2011 quale contributo alla ricerca del "diritto universale alla visione".

Nel buio nascono le fotografie di Evgen Bavcar (Slovenia, 1946), fotografie che hanno del provocatorio poiché scattate da un artista che È cieco dall'età di dodici anni. Bavcar, prima di essere fotografo, è in realtà filosofo (si ricorda la laurea in Filosofia alla Sorbona di Parigi), è scrittore e poeta, ma anche militante per i diritti dei non-vedenti e ipovedenti in termini di accessibilità agli spazi pubblici. Per Bavcar la visione precede la vista. Il buio, che come in Balka e Schneider rappresenta il timore atavico del mistero e della morte, è per l'artista sloveno anche lo sfondo naturale su cui proiettare esperienze della quotidianità e metafore umane in forma di bagliori e riflessi. Con l'aiuto di luci portatili che illuminano i soggetti – ritratti, nudi e paesaggi – e la descrizione di terzi per ricostruire l'immagine che ha in mente, Bavcar procede in rapporto ai rumori, ai profumi e soprattutto in relazione alla sua prima esperienza della luce. L'oscurità, che è pur sempre il luogo da cui sorge la luce, è così lo spazio fisico ed esistenziale in cui l'artista realizza i suoi scatti, e che coincide, sia da un punto di vista tecnico che psicologico, con la camera oscura. La dimensione propria della camera oscura è dunque per Bavcar la caverna di Platone, quel mondo in cui la fotografia esiste prima della sua stessa nascita perché dimora nelle idee. Nella serie light-box Prospettive sul corpo, 2011, negli aloni tipici del bianco e nero prendono forma dettagli di corpi e oggetti:
dalle mani a porzioni di busti, da protesi (simbolo di per sé di mancanza fisica) a superfici indagate con il tatto. Ogni apparente minuzia esplorata da Bavcar diventa un indicatore fondamentale per la definizione di un ritratto, perché fornisce una molteplicità di informazioni sul soggetto analizzato, come il calore, la ruvidità della superficie o l'umidità della pelle; aspetti che l'occhio –così come conosciuto dai vedenti –non può restituire. Contrariamente a quanto è comune pensare, anche i ciechi guardano e – utilizzando un' espressione dell'artista – "questo avviene attraverso l'occhio invisibile, il terzo occhio". Poiché se l'occhio di un non vedente corrisponde in un primo momento all'intero corpo, pensato ma soprattutto agito nello spazio, è in realtà un occhio interiore a guardare. Si tratta dello spirito, lo spirito di un corpo che guarda. Rispetto infatti alla materia corporea –a cui si è soliti storicamente pensare come entità separata dall'anima –la ricerca di Evgen Bavcar evidenzia come la coscienza del corpo sia l'unica coscienza possibile solo se identificata con lo spirito. Avere coscienza del proprio "contenitore" significa dunque esistere, provare dolore e piacere, riconoscere alle nostre membra e all'involucro che le accoglie una "saggezza corporea" nei termini espressi da Nietzsche, secondo il quale, cioè, la scissione tra corpo e anima è da ricondurre all'unità vitale e organica del corpo in cui si dispiegano le lotte tra istinto, ragione e passione.
A questi lavori si accompagnano i dispositivi d'accessibilità ai contenuti per persone cieche e ipovedenti, il video girato all'interno del workshop Il mio specchio: percezione non normativa, l'installazione In/Out/Around costruita con il pubblico durante i laboratori e gli esiti del percorso Psicogeografie del gruppo di persone con disabilità della Cooperativa Paradigma.

Prospettive sul corpo
Inizio: 27 novembre 2013
Fine: 07 dicembre 2013
PAV. Centro sperimentale d'arte contemporanea
via Giordano Bruno 31 – 10134 – Torino
Orari
Venerdì: ore 15 - 18
Sabato e domenica: ore 12 - 19
Gruppi e scuole possono visitare il museo, le mostre e il parco, così come partecipare alle attività, dal martedì al venerdì (ore 10 - 17). Su prenotazione.
Gratuito l'ultima domenica del mese
T +39 011 3182235
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Fonte: www.parcoartevivente.it