Seppur impalpabili come sogni, le immagini nate dalla poetica di Ventura hanno la forza popolare ed evocativa delle tavole utilizzate dai cantastorie.
Fotografie frutto di una meticolosa messa in scena, rappresentano dei “ricordi possibili” in bilico tra memoria e immaginazione. L’artista impersona il protagonista della storia in fondali dipinti da lui stesso che danno vita a un racconto sospeso temporalmente, come accade al circo, nei luna park o nelle rappresentazioni dei burattini. Una città, riconoscibile come una Milano “sironiana”, è la quinta teatrale in cui il protagonista. il “mago”, dà spettacolo controllando la scomparsa e ricomparsa di un bambino, destinato misteriosamente, negli scatti finali, a scomparire davvero nella nebbia. La suggestione creata delle fotografie dell’artista muove un senso di aspettativa sulle vicende che riguardano il tempo, l’infanzia, l’innocenza, la guerra, il mistero. I progetti di entrambe le serie sono fortemente legate al profilo della sede espositive: “il mago” è il nomignolo con il quale viene ancor oggi ricordato Fortunato Depero. Così commenta il suo lavoro Paolo Ventura, a proposito del tema della scomparsa, già peraltro affrontato in altri suoi lavori: Mi piaceva l’idea di interpretare qualcuno che scompare. Il Mago, lo Zuavo, li ho scelti innanzitutto perché sono figure senza tempo, fanno parte di me. Personaggi immutabili,come i preti, i carabinieri che hanno ottenuto, di poter essere trasferiti in qualsiasi luogo, in qualsiasi tempo e non cambiano. Le loro divise diventano dei costumi, come i clown. Mi piacciono queste figure che vivono un non-tempo”.
Paolo Ventura. Mago Futurista
Inizio:22 giugno 2013
Fine: 13 ottobre 2013
Museo di arte moderna e contemporanea
Corso Bettini 43 - 38068 - Rovereto (TN)
T 0464 454127 – 0464 454124
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Fonte: www.mart.trento.it