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Mostra a cura di Togaci, progetto comunicativo Lié Larousse.
Frammenti di vita. Sorrisi che si spostano in transito scortati da attimi di trasparente gioia e risolutezza, primitivi istinti colti dall'occhio dell'artista Alessandro Crapanzano.

Questa è la strada intrapresa dal fotografo, studio derivato dalla necessità di ricercare ed elaborare nuove forme d'arte fotografica , impalpabile analisi dell'essere e dell'esistere, un'intensa indagine sull'uomo che da sempre , mosso da forze innate, popola la terra. Attraverso la sua opera fotografica, ingloba tutte le sue conoscenze passate, per rovesciarle in un unico progetto di lavoro, con una nuova consapevolezza artistica, riuscendo con grande concretezza e pura onestà a ristabilire con la tecnica antica della Gomma Bicromatata il giusto equilibrio tra arte fotografica e arte pittorica. Egli è un artigiano della pellicola, che si scarna delle conoscenze imposte e si  veste di quell'istinto primitivo, che libera la mente dai dogma e ridona melodia ai pensieri, scoprendo l'anima dei protagonisti scelti dall'obiettivo, abbagliandone l'essenza celata in ogni figura ritratta. In una cornice di aria  e luce , tra scorci di cielo e raffiche di vento , Alessandro Crapanzano prende per mano ogni passante, così che, passeggiare con lui ,con  il suo  sguardo sul mondo, equivale a sfogliare le emozioni catalogate in ognuno di noi, restando fermi. Nell' osservare le sue opere è forte il richiamo ad una  silenziosa ed ammirevole attenzione. Pertanto, nascosto in quel fermo transito di vita, che si lascia aggraziata scrutare, scovata nell' attimo, nell' istante in cui il fiato si ferma e rimpolpa lo sguardo,  l'accortezza della sua ricerca, l'affanno della minuziosità dell'essere, la disperazione della sua fine è presente in tutta la sua arborea opera.
Alessandro Crapanzano rappresenta artisticamente con la sua opera fotografica quest'epoca di straordinaria e continua evoluzione, rendendoci complici e partecipi della sua innata creatività.

Alessandro Crapanzano
Nel 1993 per motivi di studio si trasferisce a Roma dove si laurea a “La Sapienza” e dove tuttora vive e lavora. Dopo alcune esperienze come fotografo autodidatta, cresce nella scuola di “Arte e mestieri di Roma” dove si specializza in fotografia digitale, analogica, e nella stampa alla gomma bicromata.
Predilige  la fotografia  paesaggistica ma introduce elementi introspettivi, giocati spesso su simbologie, mescolati con toni cupi.
Nella stampa artigianale alla gomma bicromata si è concentrato sopratutto sulla fotografia da ritratto.
http://alessandrocrapanzano.blogspot.it/
http://libroarbitrio.wordpress.com/

Lié Larousse nasce in un circo itinerante, tra stoffe di taffetà ruvida, seta in baco e carta straccia.
Non  sa che giorno fosse, né l'anno, né la direzione che prese il treno, spinto sulle rotaie forse dal  canto stridulo di ogni palpitante  sterzata o forse dalle urla del parto di un'ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell'ammasso di ferro, legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, povere bestie , lustrini e paillette. Lié - faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma , fuori di qui , cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più . Mr Freak  alto tre metri la spostava di lato col bastone argenteo mal fermo, appena la vedeva sbucare dal nulla - fsthgrfth – farfugliava in un  linguaggio incomprensibile. Lei continuò a chiedere. Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, al mangia fuoco con la tutina gialla aderente, alla signorina Edena la donna più bella dell'universo con tre capezzoli, al triste Robert col trucco sempre sciolto e il  diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare. Nebbia . Ombre. Nulla. Ogni risposta  era una chiusura di porte senza maniglie, inerme ad ogni ingresso riappariva lui, fermo ad attenderla sul ciglio , sempre, l'incomprensibile Mr Freak.
Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, mi presento a voi, mi chiamo Lié Larousse, racconto storie di vita vissuta dagli altri, studio del mondo com'era, qui dietro le quinte di un palcoscenico  fluttuante, attraverso i miei occhi vi farò vedere l'idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce, col mio unico ricordo. Vero. Solo mio, che d'improvviso di giorno o in sogno mi appare, col profumo caldo di neve silenziosa.

Tecnica di stampa alla GOMMA BICROMATA
I principi su cui si basa questo tipo di stampa risalgono al 1855,  e si fondano sulle acquisizioni del chimico francese Alphonse Louis Poitevin. Il processo vero e proprio, messo a punto intorno al 1856, dall'inglese John Pouncy, resta praticamente inutilizzato fino alla fine del 1800, quando è  ripreso da Alfed Maskell e da Robert Demancy  che lo chiamano ACQUATINTA, per il colore assunto dall'acqua di spoglio.
I componenti principali sono: la gomma arabica (ricavata dalla resina dell’acacia), e il bicromato di potassio, più un pigmento, aggiunto per colorare l’emulsione.
Con questi composti viene prodotta un’emulsione sensibile alla luce, che viene stesa sulla carta, successivamente viene appoggiato sulla stessa, un negativo a grandezza reale dell’immagine che vogliamo riprodurre quindi si illumina il tutto con una lampada. Infine, tolto il negativo, la tavola viene messo in una vasca piena d’acqua.  Dopo alcuni minuti,  sulla tavola appare l’immagine positiva della foto.
Le immagini non sono mai ritoccate, il  risultato finale e’ determinato solamente dalla tecnica usata.
Con questa tecnica si soddisfa il desiderio di utilizzare mezzi creativi svincolati dallo standard delle stampe di laboratorio.
Nella sua apparente semplicità, la stampa alla Gomma Bicromata richiede pazienza, dominio della tecnica, manualità e creatività.

Dal 09/11/2012 al 22/11/2012
HulaHoop Gallery
Via de Magistris,91/93
Roma (pigneto)
ore 19.30