La mostra inaugura la sede espositiva della Galleria d'arte contemporanea di Andrea Iezzi, spazio che nel suo programma intende dare voce a tutte le nuove tendenze dell'arte contemporanea, nessuna esclusa.
"Nessuna pretesa generalista, ma una valutazione per così dire estetica: lo spazio è quello di chi pensa che l'arte non sia morta, di chi pensa che l'arte contemporanea si faccia non solo ed esclusivamente con gli alfabeti dell'arte concettuale; di chi pensa, infine, che concettuale sia tutta l'arte supportata da un qualche pensiero, pittura compresa".
I tre artisti sono stati invitati dal giornalista e critico d'arte Edoardo Sassi a realizzare tre opere su tematiche decisamente non convenzionali e soprattutto trattate in modo non convenzionale: Suore, Matrimoni, Interni è il sottotitolo di questa singolare e straniante esposizione collettiva, nella quale l'estro dei creativi chiamati all'appello ha generato quadri, sculture, luoghi, video (ambientati in un cimitero e dove si ascoltano rosari cantati), divani «parlanti» e baci in odor di «eresia», rubati ai piedi degli altari di alcune tra le più importanti basiliche antiche di Roma.
«Tutto chiaro fin dall'inizio, qualche mese fa: tre sarebbero stati gli artisti – scrive Sassi nella prefazione al catalogo – tre, per ciascuno, le opere esposte. Tre, grosso modo, anche le generazioni rappresentate, volendo attribuire a una singola 'generazione creativa' il sia pur stretto canone del decennio». E prosegue: «Tre amici, inoltre, e ovviamente tre pittori, bravi, anzi bravissimi, bravi di quel talento che non si impara né si improvvisa».
Un vero e proprio «Trialogo» d'arte, in cui ciascun autore sarà rappresentato non solo da un'opera pittorica di grandi dimensioni (lavoro che risponde grossomodo al linguaggio espressivo loro usuale fino a oggi) ma anche da altre interpretazioni più sperimentali di uno stesso tema. Un lavoro che ha visto i tre artisti confrontarsi dunque con tecniche diverse, dalla fotografia all'installazione, dall'azionismo stile flash mob fino all'opera tessile.
Una «sfida», definiscono questa mostra i protagonisti: «Che pone in primo piano la bellezza, tema oggi quasi eversivo e dunque di vera avanguardia, partendo dalla pittura come forma artistica classica, quella cioè che parla senza bisogno di essere spiegata, ma per giungere nel contempo a mettere alla prova l'artista-poliedrico, provando a vedere se davvero e fino a che punto è in grado di giocare con tutti i linguaggi della contemporaneità».
Mauro Maugliani, pittore dagli esiti iperrealisti, ama definirsi un artista concettuale, concependo la sua pittura come «punto di arrivo di un lungo processo mentale di pensiero». Presenta in mostra il risultato di una sua ricerca sul misterioso mondo delle suore. Un grande ritratto gioca sull'ambiguità di genere e identità, raffigurando il volto e il busto di una giovane suora che indossa però un abito talare da prete. Una scultura in zucchero evoca l'idea del mondo sacro e delle sue reliquie. E ancora, un'installazione invita il pubblico a visualizzare un video da un antico inginocchiatoio, modificato però, come l'ambiente che lo ospita, con una vena da confessionale-pop.
La poetica di Gonzalo Orquín è fortemente intimista e la sua pittura sembra situarsi in un luogo immaginario e in un tempo sospeso, nondimeno estremamente reale e quotidiano, in cui si mescolano memoria ed erotismo. Spagnolo, l'artista si confronta in questa mostra con il tema dei matrimoni, al plurale: uno più «borghese», nella grande tela dai complessi giochi di ombre e specchi che moltiplicano l'immagine di una giovane coppia; uno più utopico e che lancia un messaggio universale d'amore attraverso un'azione collettiva cui fanno da sfondo storiche Chiese di Roma; uno infine raccontato con un balzo nel passato, grazie a un'installazione lirica, sentimentale e di grande intensità, in stile wunderkammern.
Luis Serrano, spagnolo anche lui, è un pittore di impianto prevalentemente figurativo e il suo lavoro, carico di suggestioni e allusioni, si misura qui con tutti i generi tradizionali, reinventandoli e venandoli di connotazioni realiste, simboliche, letterarie. Ha lavorato per questa esposizione sul tema degli interni, uno in particolare, legato anche a memorie autobiografiche. In un'antica casa padronale di famiglia, nella regione della Mancha, un vecchio divano abbandonato in una soffitta è divenuto pretesto – plastico, formale – per «cantare» forme su cui si sono depositati i segni del tempo e di stagioni andate. Un divano dipinto, scolpito, disegnato, tessuto...
Inizio: 25 settembre 2013
Fine:15 novembre 2013
Galleria l'Opera
Via di Monserrato, 40 – 00186 - Roma
Ufficio Stampa
MAURO MAUGLIANI – GONZALO ORQUÍN – LUIS SERRANO
Francesca Martinotti
+39 348 7460312
con la collaborazione di Eleonora Filiputti
+39 349 1271659
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.francescamartinotti.com
T. 06 68802469; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.;
Orari: dal martedì al sabato, dalle 12 alle 20.
Lunedì su appuntamento.
Fonte: www.gallerialopera.com