L’età industriale e la vita moderna addensata nelle città è stata caratterizzata dal consumo di massa e dalla sovrapproduzione di beni: siamo circondati e sommersi da oggetti, strumenti e protesi più che in qualunque altra epoca. Oggetti funzionali, quotidiani, usa e getta: quale valore hanno per la società occidentale contemporanea? Come influenzano la nostra vita quotidiana? A quali funzioni rispondono? A quali bisogni?
Dunja Herzog, dopo un percorso che l’ha condotta ad attraversare per anni varie culture del continente africano, si reimmerge nell’Occidente prendendo il punto di vista delle cose; riassembla materiali che trova per lo più abbandonati nelle strade e in ambienti familiari e, come un moderno creatore di favole, gli dona nuova esistenza. Questa mostra è un mondo di creature che potremmo definire ibride – in attesa di trovare un termine più preciso – apparentemente fragili, prive di funzionalità definite, forse inutili, senza fissa dimora fatte dagli scarti della nostra vita quotidiana. Se qualcuno è disposto a prestare loro attenzione, si possono animare, possono anche parlare. Di solito, come per l’Odradek di Kafka, la conversazione finisce con una risata – ma è soltanto una risata simile a quella di una creatura senza polmoni. Assomiglia all’incirca al fruscìo delle foglie che calpestiamo. Qualcuno dirà al re che è nudo?Dunja Herzog realizza sculture e installazioni assemblando materiali industriali con oggetti recuperati nei luoghi che appartengono alla sua quotidianità. Le sue opere agiscono come sistemi autonomi che si relazionano con lo spazio limitato di un ambiente domestico o con un particolare estrapolato dalla routine di tutti i giorni. Il lavoro dell’artista affronta temi legati al concetto di corpo, intimità, vulnerabilità ed equilibrio, attraverso un processo intuitivo e allo stesso tempo ludico.
Dunja Herzog
Inizio: 21 settembre 2013
Fine: 09 novembre 2013
Istituto Svizzero
Via del Vecchio Politecnico 3 (Centro Svizzero) -20121 - Milano
T +39 02 760 16 118
F +39 02 760 16 245
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