Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo (1899-1901) è una delle opere che più hanno segnato il XX secolo, non solo dal punto di vista artistico, ma anche sociale e della comunicazione. Il quadro è frutto di un lungo iter progettuale, segnato da due tappe fondamentali: Ambasciatori della fame (1892) e Fiumana (1895-96).
La lunga elaborazione rese l'artista consapevole della propria missione intellettuale e della necessità di costruirsi un'articolata cultura filosofica e scientifica. Ad ogni fase corrispose una peculiare sperimentazione compositiva e tecnica, il cui sviluppo può essere seguito lungo le tre sezioni della mostra, dove sono esposti i bozzetti, i disegni preparatori e alcune analisi radiografiche.
Ambasciatori della fame (1892)
Gli ultimi decenni dell'Ottocento furono segnati da manifestazioni di protesta contadina e operaia. Pellizza seguì da vicino queste vicende, come dimostra uno schizzo del 1890, forse tratto dal vero, raffigurante uno sciopero probabilmente in ambito urbano. Ambasciatori della fame è il primo tentativo di ambientare l'episodio a Volpedo, in piazza Malaspina, calandolo così in una realtà agricola e in un tempo e in un luogo determinati. L'impostazione del quadro, definita in un bozzetto del 1891, rimane costante nelle versioni successive del 1892. La scelta del punto di vista dall'alto e il vuoto in primo piano, fanno sì che lo spettatore abbia l'impressione di assistere ad un'azione in fieri, un evento non ancora giunto al suo apice. Protagonisti sono due uomini in primo piano che si staccano dalla schiera retrostante. L'opera venne conclusa nel 1892, ma dal luglio 1894 Pellizza iniziò a lavorare per trasporla in un quadro di scala maggiore, realizzando un cartone nel quale si concentrava sull'elaborazione del nucleo centrale.
Fiumana (1895-1896)
Dal 1895 Pellizza decise di rimeditare l'impianto di Ambasciatori della fame per ottenere un rapporto più stretto fra figure e spettatore. Realizzò così un bozzetto in cui perfezionò la visione frontale e aumentò il numero e le dimensioni dei personaggi; il ragazzo sulla destra venne inoltre trasformato in una donna con un bambino in braccio.
Lavorando sulla trasposizione dal cartone al quadro l'artista decise di attribuire al soggetto un valore universale, rappresentativo dell'emergere sulla scena politica del popolo. A questo scopo riprese lo studio della pittura antica unito a un perfezionamento continuo della tecnica divisionista, che gli permise di accentuare i contrasti di colore e di luce e la tensione della scena. Sulla destra venne poi aggiunto un gruppo di persone che corrono verso il corteo chiamandone altre a raccolta, a simboleggiare l'appello all'impegno esteso a intellettuali e artisti perché accorrano a ingrossare la "fiumana dell'umanità assetata di giustizia", come scrisse l'artista stesso su uno degli schizzi preparatori..
Il Quarto Stato (1898-1901)
Per il monumentale dipinto, che richiese tre anni di lavoro, Pellizza utilizzò tutti modelli volpedesi (nella donna in primo piano, ad esempio, ritrasse la moglie Teresa), ma eliminò i riferimenti ad alcune architetture specifiche sullo sfondo, sottolineando nel percorso dei lavoratori il passaggio da un'età più oscura ad un tempo più felice, segnato da progresso della classe lavoratrice. Lo studio della schiera in secondo piano venne articolato in tre cartoni, dai quali emerge come il pittore non fosse più interessato ad approfondire le singole azioni, ma a cogliere i reciproci rapporti, suggeriti dal concatenarsi e dal ripetersi dei gesti. La nuova concezione dell'opera si espresse anche in un nuovo titolo, Il cammino dei lavoratori: non più una massa simile ad un fiume in piena, ma una schiera compatta che avanza in modo cadenzato secondo linee forza ben evidenti, sottolineate dalla tonalità generale giallo rosata che creava una nuova armonia cromatica. Nel 1902 il Pellizza scelse di inviare il quadro all'esposizione di Torino col nuovo titolo Il Quarto Stato, ispirandosi alle pubblicazioni sulla rivoluzione francese e alla stampa socialista, dove si sottolineava l'affermazione, accanto alla borghesia (il terzo stato), del proletariato (appunto il quarto stato).
Giuseppe Pellizza da Volpedo e il Quarto Stato. Dieci anni di ricerca appassionata
Inizio:15 novembre 2013
Fine: 09 marzo 2014
MUSEO DEL NOVECENTO
Piazza Del Duomo - 20122 - Milano
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Fonte: www.museodelnovecento.org