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"Vitrine"
Un progetto della GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea realizzato d’intesa e con il sostegno del Consiglio regionale del Piemonte  

Terza edizione: Gente in strada (passaggio pedonale)
a cura di Anna Musini

Manuele Cerutti utilizza la pittura come strumento privilegiato della sua ricerca, sperimentandone possibilità espressive e vincoli tecnici mediante una profonda conoscenza della tradizione e sviluppando un proprio discorso personale. Lontano dalla frenesia dei ritmi della società contemporanea, dalla velocità delle immagini multimediali e digitali, Manuele Cerutti indugia nei tempi lunghi e dilatati propri di una certa pittura che consentono una riflessione sul guardare e sulla visione pittorica. Il lavoro in solitudine nello studio è costituito da una ricerca meticolosa, da ripensamenti, dall’attenzione alla scelta dei colori, alle variazioni di luce naturale durante il giorno, rivelando affinità con l’approccio minuzioso e meditativo di un grande maestro del Novecento italiano come Giorgio Morandi: appena evocato tuttavia e subito contraddetto perché la ricerca di Cerutti non guarda tanto l’interiorità dell’oggetto quanto il suo protendersi verso altri oggetti compreso l’osservatore. Dall’intimità del suo studio, l’opera di Manuele Cerutti si apre all’indagine universale sulla realtà ponendo interrogativi sull’identità e la trasformazione delle cose che ci circondano. La sua ricerca si focalizza intorno a piccoli oggetti che possiede, minuscoli legni, minerali, frammenti di ossa di animali reperiti lungo sentieri di montagna, che astratti dal loro contesto, sono dipinti sulla tela. La plasticità, la presenza fisica, quasi scultorea, degli oggetti, emerge con forza da sfondi di tonalità neutre di grigi, marroni terra-bruciata, ocra, senza una precisa collocazione spazio-temporale. I dipinti offrono visioni sospese, relazioni inaspettate, sinergie spontanee che sussistono tra le cose indipendentemente dalla loro natura e materia in una prospettiva di relazionalità degli oggetti: un chiodo di ferro si erige in verticale e si curva quasi impercettibilmente verso una tazzina; un pomello di una porta e un piccolo osso dalla sommità tonda si fiancheggiano; una tela si appoggia con un angolo allo spigolo di un muro. I titoli delle opere suggeriscono un lavoro che procede lentamente, una profonda rielaborazione mentale da parte dell’artista che, attraverso memorie personali, stati emozionali, suggestioni letterarie e filosofiche, percepisce l’incontro tra gli oggetti che si attraggono in un dialogo di forme e di composizioni. L’installazione presentata per Vitrine mette in luce come il lavoro pittorico s’inserisce in una circolarità di sguardi tra soggetto che guarda e oggetto osservato, soffermandosi nell’opera d’arte per afferrare il flusso continuo delle cose, i messaggi che esse inviano, il passaggio di visioni che ne deriva, lo scambio di relazioni che costituiscono la realtà. Nella confusione caotica dell’immaginario contemporaneo l’artista crea un intervallo di contemplazione e ascolto, e invita lo spettatore a partecipare a questo momento attraverso il suo incontro personale con l’opera.


MANUELE CERUTTI
30 gennaio - 6 aprile 2014