Attraverso la manipolazione di oggetti di uso comune, l'artista affronta le idee di appropriazione e monopolizzazione, argomenti di estrema contingenza e attualità. La brama sconfinata di possesso, non traendo origine da bisogni reali, spinge l'uomo a creare continue immagini di desiderio per manipolare i propri simili e instillare in loro un profondo senso di sfiducia in se stessi.
Ogni azione di possesso servirebbe dunque a colmare, temporaneamente, tale inadeguatezza.
"Il Pianeta Terra – secondo Hachem – è generoso e ognuno di noi trova posto in esso!". Secondo questa idea non avremmo alcun bisogno di possedere gli oggetti, ma si tratterebbe piuttosto di una questione di dare e prendere. Sulla base di questi criteri potremmo semplicemente costruire e condividere l'un l'altro qualsiasi cosa. Non abbiamo necessità di definire un nostro posto, non serve tracciare un limite ed erigere una frontiera per proteggere la nostra terra.
Questa mostra prende in considerazione la natura del problema legato al fatto che ognuno di noi vuole ciò che ha l'altro. Nel pronome ognuno è incluso anche l'artista, il quale gioca la nostra stessa partita e non può evadere la questione.
L'espressione comune "mettere le mani su" (in francese "main mise") ha radici nell'impulso volitivo diretto a qualcosa. Tale desiderio, alimentato attraverso modi e strumenti diversi, si fa ossessione per il potere e per la sua estensione senza limiti, persino se ciò dovesse condurre all'assassinio, allo scoppio di guerre o semplicemente provocare qualcosa di terribile agli altri. Sebbene l'utilizzo della 'forza' sia in grado di fornire all'uomo innumerevoli cose, in realtà questi diventa a sua volta, del tutto inconsciamente, uno strumento nelle mani del proprio avversario.
"Quante cose ti piacerebbe possedere?" L'artista risponde affermando provocatoriamente: "Voglio praticamente tutto ciò che è sulla Terra e non mi importa se questo obiettivo comporti per voi una vita miserabile! Mi interessa solamente avere di più e non ne avrò mai abbastanza! Voglio mettere le mie mani sulla tua terra, succhiare ogni energia del pianeta, utilizzare il nucleare in ragione del mio potere e mettere sottosopra le vite degli altri. In verità me ne frego se hai dormito senza cena ieri! Voglio bene a me stesso!"
Il lavoro di Pascal Hachem prende spesso ispirazione dalla vita di tutti i giorni. L'artista tende a contestualizzare il proprio modo di pensare in relazione alle condizione sociali e politiche di Beirut. La sua pratica artistica è influenzata da una modalità inconscia che egli stesso non può evadere. Hachem non si impone alcuna regola, piuttosto è spinto all'azione da null'altro che un singolo impressionabile momento, da riprodurre. Il risultato è un catalogo di vari lavori sviluppati attraverso l'utilizzo di mezzi disparati tra cui oggetti comuni e il suo stesso corpo.
You Always Want What The Other Has
Inizio: 27 settembre 2013
Fine: 07 dicembre 2013
Federica Schiavo Gallery
Piazza Montevecchio 16 - 00186 - ROMA
Tel: 39 0645432028
Fax: +39 0645433739
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Fonte: WWW.FEDERICASCHIAVO.COM