La prima mostra personale in Italia di James Krone, artista americano con studio a Berlino e Los Angeles.
Waterhome è il marchio di fabbrica di un acquario regalatomi qualche anno fa. Decisi di non volere animali in casa mia, così riempii semplicemente l'acquario con dell'acqua. Iniziarono a generarsi strati di alghe che, una volta morte, si staccavano dalle pareti della vasca. Le alghe sul fondo si decomponevano e l'acquario continuava a produrre nuove alghe. Ero attratto da questa costante rigenerazione. La riproduzione era una narrazione e questo racconto si sarebbe ripetuto, terminando e ricominciando all'infinito, senza una progressione e senza un obiettivo.
Iniziai a realizzare quadri su tele preparate con colle animali che ne ostruivano la trama, permettendomi di ricostruire i processi dell'acquario. Selezionai quattro colori individuati osservando le alghe, che combinati tra loro ne restituissero i toni. Ogni giorno stendevo uno strato monocromatico di pittura sul retro della tela e mi fermavo solo quando iniziava a manifestarsi un leggero assorbimento nero-rubicondo, finché alcuna modifica potesse più essere apportata applicando ulteriori strati di vernice. I difetti della tela consentono alla pittura di penetrare attraverso la superficie in modo aleatorio, formando un pattern incidentale. Mentre il recto di questi dipinti è il luogo in cui agisco allo stesso modo dell'acquario, il verso mostra superfici incompiute, rifiutando ogni riferimento pittorico che vada al di là di un ostinato nero monocromo, riferibile esclusivamente al nero monocromo storicizzato.
Le aree in cui il pigmento cola attraverso la tela rendono la superficie mimeticamente somigliante alle pareti dell'acquario ricoperte di alghe. Scelgo casualmente quali tele lasciare così come sono state dipinte e quali rimuovere dal telaio per essere reintelaiate nell'altro verso, per mostrare una composizione a prima vista soggettiva ma, a tutti gli effetti, ciecamente determinata dalla composizione della materia.
L'acquario non è un soggetto comune per un pittore, come può esserlo una ciotola di pere piuttosto che la vista dalla finestra del mio studio, una persona pazientemente accomodata su una sedia, una fotografia di una qualsiasi di queste cose, o anche un'allegoria strutturalista; è più che altro una cattedrale svuotata della religione. In questo senso, come ricettacolo per una performance abitativa, è un contenitore di noia. Indistinguibile come soggetto o oggetto, lo adopero come tentativo di annegare qualsiasi narrazione del progresso artistico che potrebbe essere letta come una lezione di accumulazioni biografiche. Il mio tentativo fallisce nel momento in cui si rivela il mio desiderio di astenermi dai giochi di corteggiamento di un espressionismo auto documentato.
Le mostre realizzate con questi lavori si relazionano tra loro come diverse iterazioni pur non essendo in grado di riesumare una presentazione ideale dell'opera. Ciò che è determinato dal caso nella realizzazione di un dipinto non si trasferisce necessariamente nelle aspettative di una mostra; sono stati messi a punto allestimenti che ne descrivevano processo e contenuto e altri che li hanno mascherati, derisi, talvolta minando qualunque delicato potenziale di significato che sarebbe potuto esistere attraverso un masochistico riposizionamento dei componenti dei lavori come artificio decorativo o funzionale oggettivizzazione. Alla fine le mostre vengono smontate e io ricomincio. Costruisco una cattedrale per distruggerla.
Waterhome: We is Somebody Else
Inizio: 24 settembre 2013
Fine: 09 novembre 2013
Brand New Gallery
via Carlo Farini 32 - 20159 - Milano
Orario
Martedi'-Sabato
11.00-13.00; 14.30-19.00
Luglio Lunedì-Venerdì
14:00-19:00
Tel +39-02-89.05.30.83
Fax +39-02-89.05.31.67
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Fonte: www.brandnew-gallery.com