Henri de Toulouse-Lautrec nasce ad Albi (Francia), il 24 novembre 1864, in una agiata famiglia dalle nobili origini risalenti fino a Carlo Magno.
A causa dei matrimoni tra consanguinei contratti nelle precedenti generazioni e anche dagli stessi genitori, che erano cugini, Henri soffre di diverse malattie genetiche. A causa della picnodisostosi, alcune fratture che si procura da ragazzo non guarirono mai e le sue gambe smisero di crescere, così che da adulto rimase alto solo 1,52 m., sviluppando un busto normale, ma mantenendo le gambe di un bambino (0,70 m). Fin da giovanissimo non potendo partecipare, per i suoi problemi fisici, alle attività dei suoi coetanei si appassiona alla pittura, dipingendo opere che trattano principalmente della vita della famiglia, oltre ai ritratti dei parenti, battute di caccia, cavalli e dopo alcuni soggiorni in Costa azzurra per la sua salute cagionevole, anche soggetti d’ispirazione “marina”.
Trasferitosi a Parigi frequenta le lezioni di Léon Bonnat, ritrattista e pittore storico, e successivamente quelle di Fernand Cormon a Montmartre, dove viene a contatto con Emile Bernard, Vincent Van Gogh, Albert Grenier e Louis Anquetin. Lautrec apre uno studio in rue Fontaine e nelle sue esplorazioni "esterne" comincia a familiarizzare con il quartiere di Montmartre che lo influenzerà profondamente, durante la carriera artistica.
Nella primavera del 1887 Lautrec abbandona lo studio di Cormon e comincia anche ad esplorare nuove correnti pittoriche avvicinandosi all'opera di Degas o ai suoi vecchi compagni di corso Van Gogh e Bernard. Le opere di questo periodo furono perciò rappresentano una commistione tra la struttura accademica e la pennellata frammentaria e più innovativa. Riusce in quello stesso anno ad esporre e a vendere il suo primo quadro (con lo pseudonimo di Monfa, visto che il padre non voleva che si infangasse il nome della famiglia). Da questo punto in poi sempre di più le opere dell’artista sono ispirate alla vita movimentata del quartiere di Montmartre (di cui è definito “l’anima”); scene nei caffè, nei bordelli, dove si trasferisce a vivere per interi periodi, e nei locali notturni tra cui il famoso “Moulin Rouge” al cui ingresso faceva mostra la sua opera “Cavallerizza acrobata al circo Fernando” del 1888, e per il quale realizza il “Ballo al Moulin Rouge”, del 1892. Ritrae molte prostitute e, sentendosi un emarginato come loro, diviene il loro confidente e il testimone della loro vita più intima. I bordelli di Lautrec non sono ritratti con l'interesse umanitario dei suoi colleghi, ma più per un’attrazione verso il divertimento pubblico. Sono infatti numerose le volte in cui i luoghi e le persone rappresentate sono felici.
Nel 1891, il Moulin Rouge gli commissiona la realizzazione di un manifesto pubblicitario che sarebbe stato affisso in tutta Parigi. Da questo momento per Lautrec inizia un periodo di notorietà e di commissioni, produce 31 manifesti tra questi i più famosi per Jane Avril, Aristide Bruant, la ballerina May Milton, il Divan Japonaise e il Jardin de Paris. Nel frattempo continua ad esporre, nel 1889 a Reims ed in seguito alle esposizioni di Bordeaux nel 1893 e nel 1900. Il 1989 è anche l’anno in cui Lautrec apre con Anquetin, Bonnard, Bernard e Denis una galleria denominata Le Barc de Boutteville dove organizzano un’"Esposizione dei pittori Impressionisti e Simbolisti". Realizza ancora altri manifesti e litografie come "Le Storie naturali di Renard" (1897) e due album dedicati a Yvette Guilbert (1894, 1898). Il suo stato di salute,dopo il 1897, anche a causa dell’alcolismo, peggiora aggravando i danni provocati dalla sifilide, contratta in una delle sue frequenti visite ai bordelli. Comincia a soffrire di crisi paranoiche e fisiche accompagnate da allucinazioni e viene ricoverato. Dimesso nell'ottobre del 1900 apre un atelier a Bordeaux sino ad aprile, poi viste le complicanze di salute torna a Parigi per alcuni mesi, prima di essere riportato a Malromé nella tenuta familiare nei pressi di Saint-André-du-Bois, dove morì il 9 settembre 1901. Nei vent'anni di attività, con più di 600 dipinti, 350 litografie, 31 manifesti e 9 incisioni, Toulouse-Lautrec è universalmente riconosciuto come uno dei più geniali grafici della storia dell'arte, soprattutto nella litografia a colori.
Bibliografia
- Henri de Toulouse-Lautrec e Maurice Joyant, La cucina di Monsieur Momo, Ibis, 2005
- Udo Felbinger, Toulouse-Lautrec. Vita e opere, Ullmann, 2005
- Casimiro Di Crescenzo, Toulouse-Lautrec: lo sguardo, il segno: opere dalla Biblioteca nazionale di Francia, dal Museo d'Ixelles e dalla Fondazione Antonio Mazzotta, Basilissa, 2003
- Gabriella Di Cagno, Toulouse-Lautrec, Giunti Editore Firenze, 1998
- Douglas Cooper, Toulouse-Lautrec, Edizione d'Arte Garzanti, Milano 1963
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