La prima mostra museale delle opere di Sanja Iveković negli Stati Uniti, offre al pubblico una visione che percorre quattro decenni della carriera dell'artista croata.
Femminista, attivista e pioniera delle tecniche video, Iveković raggiunge la sua piena maturità di artista nel periodo appena successivo al sessantotto quando si libera dalle posizioni imposte dalle tradizioni dell'arte ufficiale e pone le basi per una forma espressiva agli antipodi degli assetti istituzionali. Figura di spicco della generazione di artisti conosciuta come Nova Umjetnička Praksa (New Art Practice), Iveković inizia a produrre lavori di risonanza interculturale che esplorano le esperienze del fotomontaggio concettuale e della performance visuale.
La mostra che prenderà il via il 18 dicembre prossimo al MoMA di New York, comprende un gruppo di single-channel videos (con tecnica molto vicina all'idea convenzionale di televisione) e di media installations che combinano la tecnologia video con quella dell'installation art composta di media, oggetti e forme espressive intese a coinvolgere profondamente lo spettatore.
Tra il lavori esposti di rilevanza concettuale sono Sweet Violence (1974), Personal Cuts (1982), Practice Makes a Master (1982/2009), General Alert (Soap Opera) (1995), e Rohrbach Living Memorial (2005) oltre ad una serie di 100 fotomontaggi che fanno da contorno autorevole alla celeberrima serie intitolata Double Life (1975–76), per la quale l'artista sovrappone e combina scatti di sé scelti tra le foto dei suoi album privati con immagini tratte dalle pagine di riviste pubblicitarie dedicate al gusto femminile.
La mostra intende focalizzare lo sguardo del pubblico sull'evoluzione artistica e sociale di Sanja Iveković che, mentre negli anni settanta indagava le potenziali qualità persuasive dei mass media sulla personalità degli individui, a partire dal 1990 – dopo la caduta del Muro di Berlino e la disintegrazione della Yugoslavia – rivolge la sua attenzione alla trasformazione della realtà indotta dal passaggio dei sistemi politici socialisti al post-socialismo, presentando la sua personale e affascinante visione delle ufficiali politiche del potere, dei ruoli di genere e dei paradossi intrinseci alla memoria collettiva di una società radicalmente modificata.
La mostra Sanja Iveković: Sweet Violence è organizzata da Roxana Marcoci del Department of Photography ed è stata resa possibile dal Fondo per l'Innovazione Wallis Annenberg del MoMA attraverso il supporto della Fondazione Annenberg del Modern Women's Fund e della Fondazione Andy Warhol Foundation for the Visual Arts.
Fonte: Sito MoMA