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Fino al 21 maggio 2017 il Maxxi di Roma propone la mostra “Please come back”. Con oltre 50 opere ventisei artisti, provenienti da tutto il mondo, raccontano il carcere come metafora del mondo contemporaneo e il mondo contemporaneo come metafora del carcere: iperconnesso, tecnologico, condiviso e sempre più controllato.

La mostra al Maxxi prende il titolo da una scritta al neon che recita appunto Please come back (torna per favore), realizzata in varie versioni del collettivo Claire Fontaine nel 2008. Senza dubbio un allestimento provocatorio delle opere dei vari artisti, che cerca l’emozione interrogandosi sui confini della libertà, individuale e sociale. Con un occhio a quello che il mondo contemporaneo si è lasciato alle spalle e nella speranza che qualche inalienabile valore possa tornare tra la società odierna. La rassegna non si limita a indagare la dimensione fisica del carcere, anche se alcuni artisti presenti l’hanno sperimentata personalmente, ma il messaggio lanciato al pubblico si riferisce allo sviluppo esponenziale delle tecnologie digitali e dei social network che hanno cambiato repentinamente la società, all’istituirsi di nuovi regimi, che in nome della sicurezza spogliano con il loro consenso le persone di ogni spazio intimo e personale. Dunque il carcere è una metafora del mondo reale controllato a tutti livelli, l’esposizione lancia così un segnale sulla reale libertà degli individui e principalmente dei popoli.
A partire dalla simbologia del muro che divide il carcere dalla società, l’esposizione e divisa in tre sezioni: Dietro le mura; Fuori dalle mura; Oltre i muri.
La figura del carcere è entrata nell’iconografia dell’arte contemporanea secondo una molteplicità di direttrici: sociale, politica, simbolica. Nella sezione “Dietro le mura”, sono esposte le opere degli artisti che hanno avuto un contatto diretto con il carcere o che l’hanno vissuto da reclusi.
In “Fuori dalle mura” sono riunite le opere incentrate su una riflessione in merito alle prigioni che non si riescono a vedere, sui regimi di sorveglianza, capaci di trasformare le città contemporanee in vere e proprie prigioni a cielo aperto.
La mostra si conclude con “Oltre i muri” in cui si riflette sulla sorveglianza contemporanea, caratterizzata come fenomeno onnipervasivo. Il fenomeno della sorveglianza, definita dagli esperti come pratica organizzativa dominante della tarda modernità ha assunto un cambio di paradigma con la guerra al terrore dopo l’11 settembre.

Info
MAXXI Museo Nazionale delle arti del XXI secolo, via Guido Reni, 4A – Roma
Fino al 21 maggio 2017
Orari: dal mar. al ven. 11:00 – 19:00; sab. 11:00 – 22:00; dom. 11:00 – 19:00.
http://www.fondazionemaxxi.it