Sculture del Novecento in cortile. Una bellezza che vuole consolare.
Il bel cortile di palazzo Accorsi, in via Po, nel cuore di Torino, trasformato in uno scrigno prezioso da una mostra che rende omaggio a sei grandi artisti del Novecento: è “Novecento in cortile “ che, dopo quasi tre mesi di chiusura forzata, riapre le porte del Museo Accorsi-Ometto.
E’ una mostra di bellissime sculture di sei fra i maggiori interpreti internazionali della scultura del dopoguerra. Undici opere (bronzi, acciai, terracotte) mettono a confronto astrattismo e realismo. In mostra si possono ammirare il monumentale Mercurio (anni ’80) di Arman, uno fra i massimi esponenti del nouveau réalisme, famoso per le sue accumulazioni, per gli strumenti musicali e per le sue frammentazioni; i bronzi patinati Tensione verticale (1963-64) e Sole deposto (1982) di Gio’ Pomodoro, testimonianze di due diversi cicli produttivi del Maestro marchigiano; la grande terracotta Cavalcata interrotta (1990) di Paolo Borghi che ben rappresenta la sua poetica di rivisitazione dell’arte classica e di indagine sul mito; il maestoso acciaio satinato Asteroide (2017) di Riccardo Cordero in cui la forma plastica astratta è posta in dialogo con lo spazio circostante; i due grandi bronzi di Igor Mitoraj, Icaro alato (2000) e Luci di Nara pietrificata (2014), che testimoniano la visione postmoderna dell’artista; infine, di Ivan Theimer, Tobiolo (1999), Tartaruga con montagna (2004), Medusa (2005) e Obelisco ( 1993) quattro opere in bronzo di diverse dimensioni fra loro collegate da un unico denominatore: un solido impianto classico che riecheggia ai miti rappresentati dalla scultura greca, alla simbologia egizia dei grandi Obelischi fino al manierismo toscano, come scrive il curatore Bruto Pomodoro nell’introduzione al catalogo.
Come scrive Pomodoro nell’introduzione al catalogo, dopo quasi tre mesi di chiusura forzata, il dolore e i danni provocati dalla pandemia, una mostra di opere d’arte non è una cosa superflua, anzi, perchè “esiste un aspetto più spirituale legato indissolubilmente a ciascuno di noi: la ricerca consolatoria della bellezza… E’ questa una ricerca insopprimibile che coinvolge ogni aspetto della nostra vita… In un fluire ininterrotto attraverso i secoli, nonostante carestie , guerre , pestilenze non abbiamo mai potuto fare a meno di questi miracolosi oggetti”.
Una mostra, voluta dal direttore del museo Luca Mana , con l’organizzazione di Giuliana Godio. Allestimento a cura dell’Officina delle idee di Diego Giachello.
Con l’occasione il museo Accorsi-Ometto inaugura la nuova sala delle Arti del Barocco, con alcuni pezzi di gran pregio entrati recentemente nelle collezioni del museo.
Museo Accorsi-Ometto fino all’11 ottobre
Regole di accesso e informazioni tel. 011 837 688 int. 3 oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
In mostra sono ammesse massimo 23 persone, ogni mezz’ora, per consentire il rispetto delle distanze di sicurezza. La prenotazione è vivamente consigliata, gradito il pagamento elettronico. È obbligatorio l’uso delle mascherine.