Per celebrare i 1600 anni della città di Venezia, la cui fondazione è stata tradizionalmente fissata al 25 Marzo dell’anno 421, Mets Percorsi d’arte, la Fondazione Castello e il Comune di Novara propongono la mostra “Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale”, curata da Elisabetta Chiodini con un prestigioso Comitato scientifico diretto da Fernando Mazzocca .
Attraverso settanta opere, a partire da quelle di di Francesco Hayez e di alcuni dei più grandi maestri che hanno operato nella città lagunare nel corso dei primi decenni dell’Ottocento la rassegna intende raccontare il mito della città lagunare in occasione delle celebrazioni dei 1600 dalla sua fondazione. I grandi maestri del primo Ottocento hanno influenzato lo svolgersi della pittura veneziana nella seconda metà del secolo, che è la vera protagonista della mostra.
Sono dipinti di vita quotidiana o immagini lagunari di artisti come Guglielmo Ciardi, Giacomo Favretto, Luigi Nono, Ettore Tito, Pietro Fragiacomo e Alessandro Milesi , in mostra in un percorso che porta il visitatore fino al confronto con il rinnovamento nella pittura veneziana nelle opere dei numerosi pittori stranieri presenti alla Biennale di Venezia a partire dal 1895.
IL percorso espositivo si snoda in otto sale.
La prima è dedicata alla pittura di storia. Sono qui esposte quattro opere di Francesco Hayez (1791- 1882), tra cui lo splendido Venere che scherza con due colombe (1830). Accanto ad esse dipinti di Ludovico Lipparini (1800-1856) e Michelangelo Grigoletti (1801-1870), artisti di rilievo che hanno ispirato i migliori pittori della generazione successiva come Marino Pompeo Molmenti (1819-1894) e Antonio Zona (1814-1892).
Nella seconda sala spiccano due due splendide vedute veneziane di Ippolito Caffi (1809-1866) : Festa notturna a San Pietro di Castello (1841 circa) e Venezia Palazzo Ducale (1858). In questa sala sono esposti autori, che hanno contribuito alla trasformazione del genere della veduta in quello del paesaggio: tra questi Giuseppe Canella (1788-1847), Federico Moja (1802-1885) e Domenico Bresolin (1813-1899), già nel 1854 indicato tra i soci dell’Accademia come “pittore paesista e fotografo”, che fu tra i primi a sperimentare la nuovissima arte della fotografia . Bresolin conduceva i suoi giovani allievi a dipingere all’aperto, in laguna e nell’entroterra, così che potessero confrontarsi sulla resa del vero e studiare gli effetti di luce . Tra loro in mostra i già citati Gugliemo Ciardi(1842-1917), Giacomo Favretto (1849-1887), Luigi Nono (1850-1918), Alessandro Milesi (1856-1945) e Ettore Tito (1859-1941), .
La terza sala è dedicata a uno dei più valenti e amati paesaggisti veneti: Guglielmo Ciardi, , di cui sono esposte dodici opere che a partire dagli i anni sessanta dell’Ottocento documentano l’evoluzione della sua pittura fino ai primi anni novanta. Sua la magnifica Veduta della laguna veneziana (1882), presa a immagine della mostra e il bellissimo olio Mercato a Badoere (1873 circa).
Nelle tre sale successive si possono ammirare opere di pittura del vero che illustrano la vita quotidiana, gli affetti e la famiglia. Dipinti come Il bagno (1884) di Giacomo Favretto; Alle Zattere (1888) di Pietro Fragiacomo; Mattino della domenica (1893 circa) e La signorina Pegolo (1881) di Luigi Nono; Girotondo (1886) di Ettore Tito. Altre tele dipingono il mondo del lavoro come La raccolta del riso nelle terre del basso veronese (1878) e Il mercato di Campo San Polo a Venezia in giorno di sabato (1882-1883) di Giacomo Favretto; Verso sera presso Polcenigo (Friuli) (1873) di Luigi Nono;a (1888) e Lavandaie sul Garda ( 1888) e Raggi di sole (1892) di Ettore Tito. I protagonisti sono contadini, lavandaie, raccoglitrici di riso, venditori di animali, sagre e mercati. In queste tre sale si possono ammirare anche alcune tele dedica agli idilli amorosi, soggetto molto amato e frequentato dai pittori del secondo Ottocento: il bellissimo Idillio (1884) di Luigi Nono e figure di giovani fidanzati e sposi di Favretto, Tito e di Alessando Milesi di cui citiamo il Corteggiamento al mercato (1887 circa).
La settima sala è interamente dedicata a Luigi Nono e offre un focus su una delle opere più celebri del pittore, il Refugium peccatorum. Oltre a grandi tele ad olio, sono esposti studi, disegni ed altre significative opere di confronto, come Le due madri(1886).
L’ottava e ultima sala della mostra è invece dedicata a tele che documentano il innovamento e il cambiamento di gusto indotti nella pittura veneziana dal confronto con la cultura figurativa dei molti pittori stranieri che partecipavano alle Biennali Internazionali d’Arte. Spiccano Il Bucintoro (1902-1903 circa) di Guglielmo Ciardi; Visione antica (1901) di Cesare Laurenti; Luglio (1894) e Biancheria al vento (1901 circa) di Ettore Tito.
( Nella foto in alto Guglielmo Ciardi, Veduta della laguna veneziana )
( Nella foto qui sotto, Ippolito Caffi, Festa notturna a San Pietro di Castello)
Novara, Castello Visconteo Sforzesco, piazza Martiri della Libertà n. 3
Dal 30 ottobre 2021 al 13 marzo 2022
Orari: Martedì – domenica 10,00 – 19,00
La biglietteria chiude alle 18,00
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