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La tecnica è rimasta invariata da secoli, si può dire sia ancora quella di Penelope: parliamo degli arazzi, protagonisti di una bella mostra al Filatoio di Caraglio dal titolo “ Mural Nomad”. Sono gli arazzi del xx secolo realizzati dall’Arazzeria Scassa di Asti, veri capolavori realizzati o ispirati da grandi artisti del Novecento da Capogrossi a Cagli, da Mastroianni a Casorati, a Mirò, a Paul Klee a Max Ernst a Andy Warhol.

In mostra anche alcuni degli  arazzi che abbellirono i saloni dei transatlantici italiani degli anni ‘60 del Novecento. Furono realizzati dall’Arazzeria Scassa , laboratorio di eccellenza con sede nei locali restaurati dell’antica Certosa di Valmanera ad Asti..
La realizzazione di un arazzo è molto costosa: a partire dalla scelta dei filati, alle tinture, al lavoro fatto interamente a mano, ancora con  telai  di legno. Dopo un declino nell’800, quando le grandi manifatture chiusero, nel ‘900 l’arte dell’arazzo ha una ripresa e diventa un elemento del design moderno.
Fin dai primi decenni del secolo in tutta Europa molti artisti interessati all’arazzo, collezionisti e arazzieri riscoprono le antiche tecniche per dar vita a opere dal linguaggio moderno, affascinati dalla valenza decorativa e funzionale dei panni tessuti a telaio. Ugo scassa e le sue tessitrici fin dagli anni ‘50 hanno dato vita a uno straordinario fermento creativo di cui è esempio questa mostra, che si apre con un filmato che affida il racconto ad una intervista registrata al protagonista nel 2013.
La mostra prosegue in più sezioni e comprende l’esposizione di 25 arazzi di diverse dimensioni, tutti di altissima qualità, tutti destinati alla decorazione parietale e ad ornare palazzi pubblici, abitazioni, navi, musei e biblioteche.

Testimonianze del Novecento
Nella prima sezione,  “testimonianze del Novecento",  Sono esposti quattro arazzi , rispettivamente tratti da Corrado Cagli e da Felice Casorati, che per le loro notevoli dimensioni rappresentano un efficace suggerimento del rapporto monumentale: modello/arazzo/parete/architettura che costituisce il filo conduttore della mostra:“MuralNomad” è l’espressione coniata da Le Corbusier a simbolo dell’arazzo moderno, a misura privata e pubblica dei suoi ambienti illumina e scalda gli interni in cui si intesse la vita dell’uomo e può seguirlo e accompagnarlo, arrotolato “sotto un braccio”.

Arazzi sull’oceano
La seconda sezione. Una forte esigenza culturale di coniugare arti maggiori, arti decorative e architettura, è stata propria dei movimenti d’avanguardia del Novecento, in particolare a Milano e Torino già dal periodo futurista, senza che s’interrompesse quel supporto di committenza pubblica che era l’unico a poter garantire la vera sopravvivenza delle manifatture tessili, oltre le sperimentazioni e le teorie. Il più vistoso e complesso avvenimento, per il rinnovarsi di una vera tradizione arazziera italiana è stato il concorso indetto per la eccezionale realizzazione di alcune decine di panni, tessuti su disegni dei più noti artisti del panorama italiano degli anni 50, quale arredo principale dei transatlantici Leonardo da vinci, varato nel 1960, Raffaello e Michelangelo ai quali è dedicato un audiovisivo d’epoca. Ugo Scassa risultò praticamente l’unico in grado di realizzare l’impresa quasi impossibile di tessere un gruppo di circa cinquanta opere, di cui tre esemplari, di Corrado cagli e Capogrossi sono esposti in questa sezione, in grado di illustrare la grande impresa, connotata stilisticamente dal clima informale assunto dall’arte italiana nel dopoguerra.

Il sodalizio con gli artisti
Nello spazio più monumentale della mostra vengono esposte 11 opere ad arazzo anche di grandi dimensioni tratte da artisti rappresentativi dell’astrattismo italiano ed anche dell’intenso clima creativo e culturale che Ugo Scassa è riuscito a creare nel suo diretto contatto con i protagonisti, quale alimento della propria attività, che va bel oltre la gestione di una manifattura. Tre sono i panni tratti da opere di Umberto Mastroianni, due da dipinti di Corrado Cagli ispirati all’eruzione dell’etna del 1971, e, sempre di Cagli, un monumentale arazzo che rappresenta lo spettacolare periodo delle cosiddette “carte". Nella sala sono raccolte altre opere connesse storicamente alla manifattura perché tessute nel 1966, in occasione della apertura degli atelier Scassa nella Certosa di Valmanera: Gli arazzi di grandi artisti internazionali e afferenti alla cultura piemontese, come Luigi Spazzapan, Ezio Gribaudo, Emilio Tadini e infine i progetti dell’ architetto genovese Renzo Piano, rappresentano anche episodi reali legati a contemporanei eventi nazionali del tempo.

La pittura tessuta, la sfida dei capolavori europei
In questa sezione si mette in evidenza come la ricerca nei confronti della pittura murale tessuta condurrà la manifattura ad una collezione ispirata dai capolavori  di molti dei protagonisti dell’arte internazionale del Novecento, scelti da Ugo Scassa, che li chiamerà “gli stranieri”, per sua stessa predilezione e committenza: il più amato, Paul Klee, e poi, Mirò, Matisse, Kandinskij, Max Ernst. In particolare, di Andy Warhol, sul cui pattern la manifattura eseguirà un grande tappeto a nodi, viene esposto l’unico tessile non realizzato ad arazzo, come esempio della ricerca di Scassa nell’ambito del design moderno e del suo rapporto con le altre arti.

Una tecnica antica per un linguaggio moderno
È l’ultima sezione dedicata all’ illustrazione della tecnica di realizzazione di un arazzo. Viene proposto al pubblico un telaio operante, concesso dalla manifattura Scassa, sul quale si trova, in divenire, un piccolo panno in corso di lavorazione. Pannelli spiegano i principi della tessitura, corredati dalla presentazione del materiale base che costituisce il tessuto: i filati di origine vegetale e animale, trattati e tinti nelle innumerevoli variazioni di colore necessarie alla riproduzione delle sfumature pittoriche dei modelli.

Accompagna la mostra un piccolo ma prezioso catalogo a cura di Paola Gribaudo edizione gli Ori.

APERTURE DA GIOVEDÌ A DOMENICA  ( 30 MARZO - 8 GIUGNO 2018). PER INFO E PRENOTAZIONI: FONDAZIONE FILATOIO ROSSO DI CARAGLIO TEL. 0171618300 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – WWW.FILATOIOCARAGLIO.IT.