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Fino al 1° ottobre 2024 si potranno ammirare per la prima volta a Roma le sculture monumentali di Botero, grazie alla mostra diffusa dal titolo “Botero a Roma”, a cura di Lina Botero, realizzata dalla Fernando Botero Foundation in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni, BAM Eventi d’arte e Il Cigno Arte.

Otto opere monumentali dell’artista colombiano, universalmente riconosciuto per le sue iconiche figure voluminose, sono state installate in alcune delle piazze più belle di Roma: Il percorso della mostra inizia dalla Terrazza del Pincio dove si possono ammirare, oltre a una delle viste più belle di Roma e del mondo, "Donna distesa”, (del 2003, 361x169x141) e “Venere addormentata” del 1994 (138x356x180 cm), si prosegue a Piazza del Popolo dove le due sculture, “Adamo (Uomo in piedi)” del 1992 (298x113x135) e “Eva (Donna in piedi)” del 1992 (305x110x116) si ergono come colonne vicine all’Obelisco Flaminio al centro della Piazza. Camminando per via del Corso s’incontra il celeberrimo “Cavallo con briglie” del 2009 (325x290x130 cm) a Largo San Carlo al Corso. Si procede quindi con Piazza San Lorenzo in Lucina, dove è collocato il monumentale “Gatto” (del 1999, 253x195x163), e infine Piazza Mignanelli dove ci sono “Donna seduta” del 2000 (212x197x192 cm) e “Donna seduta” del 1991 (300x190x200).

Le sculture di Fernando Botero (come anche i suoi dipinti) sono caratterizzate dal suo stile unico, contraddistinto dalle proporzioni gonfie, riflesso dell’ossessione dell’artista per il volume, nonché dal suo gusto per la satira e il commento politico. Nato a Medellin, in Colombia, nel 1932, ha tenuto la sua prima mostra personale nella Galería Leo Matiz a Bogotà nel 1951, all’età di soli 19 anni. Nel 1952, viaggia in Europa, prima in Spagna e poi in Italia, dove studia le opere dei pittori del Rinascimento Italiano, in particolare Piero della Francesca e Paolo Uccello. È durante questo periodo che razionalizza la sua inclinazione naturale verso il volume, che era evidente anche nei suoi lavori precedenti, ispirati in parte dall’arte precolombiana e coloniale spagnola. «Questa mostra rappresenta la prima grande esposizione dopo la scomparsa di mio padre il 15 settembre dello scorso anno. Sarà la prima di molte altre perché il nostro impegno è di continuare a promuovere il suo straordinario talento artistico – ha annunciato Lina Botero -. L’opera di Fernando Botero è una celebrazione permanente della vita. Diceva che l’arte deve produrre sopra tutto piacere, che deve essere un’oasi di gioia nelle difficoltà della vita. Per lui, il più grande regalo era vedere il sorriso sul volto di chi apprezzava la sua opera. Le sue sculture ed i suoi dipinti hanno suscitato, nel pubblico di tutti i continenti e delle più diverse culture, un riconoscimento tanto unanime quanto entusiasta»

Come ha sottolineato l’assessora alla cultura del comune di Roma Giulia Silvia Ghia, «L’arte contemporanea nei siti storici rappresenta un dialogo tra passato e presente, unendo la memoria culturale con le espressioni artistiche attuali». Inoltre,« l’inserimento di opere contemporanee in contesti urbani storici può rivitalizzare e riattivare questi spazi, rendendoli più accessibili e rilevanti per il pubblico odierno promuovendone una fruizione più consapevole e rispettosa. Così facendo, si crea un ponte tra epoche diverse, celebrando la continuità e l’evoluzione dell’espressione umana».

In alto, Fernando Botero "Donna distesa", Terrazza del Pincio, Roma

Qui sotto, Fernando Botero "Gatto", piazza San Lorenzo in Lucina, Roma